Ci sono tre strade che si possono percorrere per ridare un’occupazione ai lavoratori della Sam che ha chiuso i battenti nell’agosto 2019. Le tre possibilità sono emerse durante il vertice tenutosi ieri pomeriggio a San Salvo. Al tavolo convocato dall’assessore regionale alle Attività Mauro Febbo si sono seduti i sindacati (Massimiliano Recinella per la Cisl ed Emilio Di Cola per la Cgil), i rappresentanti della Denso per la quale la Sam lavorava (Gian Piero Gioanetti e Luca D’Adamo), Confindustria (presente Giuseppe Fontana), gli amministratori sansalvesi (l’assessore alle Attività produttive Tonino Marcello e il consigliere Toni Faga) e, per la prima volta presente in questa complessa trattativa, Nicola Zaccaria della Ilmet, azienda sansalvese che ha già assorbito alcune lavorazioni della Sam. Gli ex dipendenti hanno raggiunto il municipio e hanno potuto assistere alla seduta tenutasi nell’aula consiliare.
[ant_dx]La presenza del nuovo interlocutore era venuta fuori nel precedente appuntamento in Regione [LEGGI]. La Denso ha commissionato alcune lavorazioni ex Sam alla Ilmet che così ha potuto tamponare alcuni esuberi e assunto quattro lavoratori della fabbrica chiusa.
La prima strada da percorrere è questa, valutare la possibilità di assumerne altri. “È un discorso di produzione, possiamo crescere insieme alla Denso: se ci darà altre commesse – ha confermato Zaccaria – è naturale che prenderemo qualcuno che sappia già fare questo lavoro”.
Facile sulla carta, non tanto nella pratica. Gioanetti ha infatti confermato una contrazione dei volumi produttivi della multinazionale, “Abbiamo congelato il budget per l’anno prossimo e prevediamo un fatturato di qualche milione di euro in meno. Dovremo lasciare a casa buona parte degli interinali“. Una parte delle lavorazioni ex Sam oggi, come detto, è svolta dalla Ilmet, l’altra parte è tornata in Denso, quindi la prima strada sembra in salita con tali previsioni non ottimali. “Se c’è lavoro aggiuntivo – ha precisato D’Adamo – si vedrà nelle prossime settimane”.
Su questo punto Febbo ha proposto un’alternativa: “È uno sforzo che bisogna fare per una responsabilità etica nei confronti di questi lavoratori. Si potrebbe ragionare sulla formazione per la quale la Regione ha fondi a sufficenza. Lo sforzo deve mirare a questo”.
La terza ipotesi è stata citata dallo stesso Gioanetti: fare un discorso simile a quello con la Ilmet con altre aziende che collaborano con la Denso sondando la possibile ricollocazione degli ex Sam (anche attraverso le agenzie interinali). Oggi dei 23 licenziati restano da rioccupare 12-13 unità (gli altri hanno trovato una nuova occupazione o scelto la via della pensione), “La partita si può chiudere distribuendo questo sforzo tra le aziende che lavorano con voi – hanno detto Marcello e Faga – Si tratta di persone serie e professionali che si sono sempre dedicate al lavoro in Sam rispondendo sempre positivamente alle esigenze produttive”.
I sindacati hanno ribadito la richiesta di riservare eventuali possibilità di reimpiego a questi lavoratori. “Il problema allo stato attuale non è risolto – ha detto Recinella – e della ricaduta sociale dobbiamo farci carico tutti quanti. Rioccupare queste persone per la Denso significherebbe rinforzare la propria squadra perché hanno qualità eccelsa e in quella fabbrica l’assenteismo era pressoché nullo. L’impegno da prendere è che le prime opportunità saranno distribuite tra gli ex Sam“.
“È fondamentale non spegnere la luce su questa vicenda – ha sottolineato Di Cola – La vertenza è del territorio e un occhio di riguardo va dato al territorio. Non vorremmo che un pezzo di ciò che faceva la Sam andasse a finire altrove. L’appello è quindi di tenere in considerazione le aziende del territorio per altre eventuali commesse”.
Tra un mese le parti torneranno a incontrarsi; in questo periodo la Denso è chiamata a valutare l’opportunità di ricorrere ai fondi della Regione messi a disposizione per la formazione.