500mila euro in cambio della rinuncia ad altro risarcimento. È la prima offerta dell’assicurazione del Parco della Majella nei confronti dei famigliari (tra i quali i due figli rimasti orfani) di Silvia D’Ercole e Giuseppe Pirocchi, la coppia morta il 1° maggio del 2017 dopo essere scivolata nel corso d’acqua in territorio di Caramanico [LEGGI].
Stamattina, nel tribunale di Pescara si è tenuta l’udienza del processo che vede gli allora direttore del Parco (Oremo Di Nino) e sindaco di Caramanico (Simone Angelucci) accusati di omicidio colposo. In quel tragico primo maggio fu la donna a cadere per prima in acqua, il compagno cercò di salvarla ma anche lui fu trascinato via dalla corrente che in quel tratto – famoso col nome “Marmitte dei giganti” – è particolarmente forte.
L’offerta che deve essere sottoposta all’accettazione del giudice tutelare viene accettata dai parenti delle vittime – rappresentati dai legali Arnaldo e Francesco Tascione – quale acconto alle ben più consistenti somme che rappresentano il risarcimento dei danni. Per loro, dalle prime battute, non si trattò di una fatalità, ma di una tragedia avvenuta a causa dell’assenza della segnalazione del pericolo. Anche l’assicurazione del Comune di Caramanico dovrebbe presentare una propria offerta risarcitoria.
All’uscita del tribunale per la prima volta ha parlato della dolorosa vicenda anche l’ex [ant_dx]sindaco di Caramanico che, alle telecamere del Tg3, ha detto: “Sono animato da due sentimenti profondi: grande rispetto per le aspettative della famiglia sulla memoria delle vittime e sulla prospettiva per i bambini rimasti e profondo senso dello Stato per le quali esercitavo le mie funzioni da sindaco che mi fa sperare nelle decisioni del giudice”.