“Parteciperemo all’incontro del 18 febbraio e decideremo altre azioni da intraprendere”. Prima uscita pubblica per “Emergenza cinghiali Vasto Lanciano”, gruppo nato su Facebook e che probabilmente si costituirà in comitato per affiancare altre iniziative simili per pressare le istituzioni sulla massiccia presenza di ungulati nel territorio.
Referente del gruppo è il vastese Michele Trofino; alcuni dei partecipanti si sono incontrati lunedì sera a Fossacesia per valutare il percorso da intraprendere. “Siamo stati una 50ina di persone, abbiamo deciso di partecipare all’incontro che si terrà il 18 febbraio a Vasto organizzato da Terre di Punta Aderci [LEGGI]. Sarà presente anche l’assessore all’Agricoltura della Regione, Emanuele Imprudente, valuteremo le sue proposte e insieme allo stesso comitato coordinato da Michele Bosco e Avas (associazione nata in Val di Sangro dopo l’incidente causato da un cinghiale che costò la vita a Daniela Martorella, ndr) decideremo cosa fare. La nostra intenzione è di manifestare, ci stiamo muovendo e saremo affiancati anche da un legale. La nostra iniziativa è partita da Vasto, ma raccoglie adesioni da tutto il Vastese, dalla Val di Sangro e dalla zona di Lanciano”.
[ant_dx]Il gruppo sul social network ha raccolto numerose adesioni, tanti partecipanti hanno avuto contatti ravvicinati con i cinghiali. Lo stesso Trofino, due anni fa, ebbe un incidente con uno di questi animali [LEGGI]. Oggi, spiega quali sono le intenzioni dell’iniziativa lanciata qualche giorno fa: “Così non si va più avanti. Gli animalisti dicono che non bisogna ammazzare i cinghiali, possiamo anche essere d’accordo e vogliamo collaborare con loro, ma ci diano delle soluzioni. Stesso discorso per la Regione: ci fornisca una soluzione, andiamo verso l’estate e non possiamo di uscire di casa rischiando di non tornare più. Sono un motociclista, un incidente con un ungulato è ancora più pericoloso per chi va in moto”.
“Non pensiamo che l’unica soluzione sia ammazzare gli animali, ma allora la Regione prenda provvedimenti per tutelarci recintando le strade, posizionando le gabbie e trasferendoli… a noi interessa la sicurezza. Non parliamo dei danni nei campi che vanificano il duro lavoro degli agricoltori. C’è anche un altro aspetto, infine, non preso molto in considerazione: sempre più spesso si vedono cinghiali morti, lasciati lì a marcire, non è il massimo da un punto di vista sanitario“.