“Conservo le chat in cui venivo offesa, e spesso, quando vado nelle scuole, le faccio leggere perché le parole che mi sono state scritte mi hanno fatto più male di tutte le botte che ho preso. Una parola scritta o detta male, fa più male di una coltellata”.
Flavia Rizza, ventunenne romana, è la testimonial della polizia postale contro bullismo e cyberbullismo, per anni “vittima prediletta” dei bulli sia a scuola che sui social. Già dall’età di 8 anni, è stata bersaglio di continue vessazioni riguardanti principalmente il suo aspetto fisico. “C’era un mio compagno di classe che mi prendeva in giro per il peso, perchè soffro di obesità”, racconta Flavia, “mi chiamava balena, mi prendeva a calci e distruggeva tutto quello che portavo a scuola”. Il cyberbullismo è iniziato quando Flavia frequentava la seconda media, “sono sempre stata molto curiosa e andavo bene a scuola. Mi facevo tante domande e non smettevo mai di cercare risposte, chiedendo anche ai professori. Questo mi rendeva, secondo molti dei miei compagni, la ‘lecchina’ della classe”. Flavia non aveva lo smartphone e non era iscritta ai social network. Ma è proprio sui social che, alcuni suoi compagni di classe, hanno condiviso una sua foto accompagnata da commenti offensivi. “Una mia insegnante si accorse di tutto e convocò i genitori dei responsabili per spiegare la gravità della situazione”, ricorda Flavia, “ai tempi non era ancora ben chiaro che cosa fosse il cyberbullismo, molti consideravano questi atteggiamenti delle ragazzate, degli scherzi”.
Dopo i continui soprusi subiti, Flavia ha deciso di raccontare la sua storia alla polizia postale. “Ho partecipato ad un incontro della campagna Una vita da social, in cui è stata raccontata la storia di Andrea Spezzacatena, un ragazzo che si è tolto la vita a causa delle offese dei bulli”. dice – “Ho raccontato la mia esperienza, che comunque è positiva, perché non ho mai avuto paura di parlare con i miei genitori, anche se ci è voluto del tempo per farlo. Dal 2016 ho iniziato a collaborare con la polizia postale, e adesso vado in giro da sola per raccontare la mia storia. Cerco di spiegare quanto sia importante condividere un peso così grande, che probabilmente chi è bullo si sente più piccolo ed ha delle mancanze, e che è importante fare squadra e aiutarsi e non creare dei muri”.
Nel novembre del 2019, intervistata da Daniele Piervincenzi, Flavia ha raccontato la sua storia per il programma televisivo Ragazzi Contro.
All’incontro era presente anche la professoressa Teresa Maria Di Santo, presidente di Emily Abruzzo, associazione che si occupa sia di violenza contro le donne che di bullismo e cyberbullismo. “Tutti gli anni organizziamo questi incontri di informazione presso le scuole di ogni ordine e grado, perché crediamo che la nostra città, per essere un luogo sicuro debba essere formata da persone che hanno rispetto per le regole e da giovani che sappiano che la legalità è una sicurezza soprattutto per loro”, spiega la presidente. “Il Safer Internet Day è una giornata per i ragazzi, sono loro che usano maggiormente internet e i social e devono saper usare questi strumenti in maniera sicura e responsabile. Oggi abbiamo invitato Flavia Rizza proprio per far capire che a volte una comunicazione errata può rovinare delle vite. Quotidianamente sentiamo notizie di giovani che compiono gesti estremi a causa del bullismo, Flavia per noi rappresenta un messaggio positivo, è riuscita a venirne fuori con il sorriso, denunciando quello che era il suo dolore”.
“Gli incontri con i ragazzi ci consentono di promuovere un utilizzo corretto, consapevole e maturo di internet”, commenta Vito Nuzzi, ispettore superiore del compartimento Polizia postale e delle comunicazioni d’Abruzzo. “Fare informazione vuol dire fare prevenzione, che è il terreno di lotta più efficace per evitare abusi, utilizzi illeciti della rete e danni, soprattutto per i soggetti più vulnerabili che non sono pienamente consapevoli delle insidie che si nascondono in internet”.
L’ispettore ha illustrato alcuni dei principali rischi di internet: dipendenza, violazione della privacy, frode, cyberbullismo, alcuni dei quali, afferma “sono sottovalutati o addirittura sconosciuti. Siate diffidenti nei confronti di persone di cui non conoscete l’identità”, dice ai ragazzi, che invita a “raccontare gli episodi sospetti a genitori o insegnanti”.
E sul fenomeno del cyberbullismo afferma “attenzione a scambiare per scherzi, quelli che scherzi non sono”.
Nel 2016, per la campagna della Polizia di Stato, Cuori Connessi, Luca Pagliari ha realizzato un docufilm che racconta due storie legate al mondo del web.
“Abbiamo rivolto quest’evento ai ragazzi del biennio, perché pensiamo che siano i più esposti a queste tematiche, ma anche perché sono i più propensi al cambiamento”, afferma Nicoletta Del Re, preside dell’istituto Palizzi, sede del primo dei quattro appuntamenti dell’evento, e dice che “la presenza delle forze dell’ordine a scuola, non è sinonimo di scuola non sicura ma significa, al contrario, tutelare la sicurezza degli studenti”.
Oltre ai primi due incontri di questa mattina, tenutisi all’istituto Palizzi e al Polo Liceale Pantini-Pudente, il Safer Internet Day sarà ospitato domani, 12 febbraio, dall’istituto Mattei e dall’istituto Mattioli.