“Una proposta fuori dalla storia e da una prospettiva economica e sociale”. I venti secessionisti del comitato San Timoteo fanno discutere anche nel Vastese. Quattro Comuni costieri del Molise, per mezzo di un comitato di cittadini, chiedono l’annessione all’Abruzzo per uscire da una situazione di marginalizzazione [LEGGI].
La proposta avanzata dal comitato nato in difesa dell’ospedale termolese riguarda i centri di Termoli, Montenero di Bisaccia, Campomarino e Petacciato (che potrebbe però essere estesa ad altri eventuali comuni interessati) “è maturata dopo anni di abbandono”, come ha spiegato il fondatore Nicola Felice.
Il giudizio di Costantino Felice, già docente di Storia economica all’Università “D’Annunzio” di Pescara e autore di numerosi saggi su storia e identità abruzzese, è netto: “Mi sembrano discorsi poco sensati sul piano di una prospettiva storica. Una ricomposizione solo parziale nella riorganizzazione delle regioni sarebbe di scarsa consistenza. Sarebbe più sensata una riorganizzazione macroregionale su cui tante volte si è discusso senza giungere a conclusioni adeguate”.
[ant_dx]Il riferimento è a una grande regione adriatica che vada anche al di là di quegli Abruzzi e Molise rimasti in piedi fino al 1963: “Ricomporre Abruzzo e Molise insieme ad altre Regioni, quello è un discorso che avrebbe un senso anche storico: un’unione anche con la Puglia che rievochi i tempi passati quando le tre realtà costituivano un’unità regionale organica grazie alla transumanza e sul piano economico-sociale e culturale».
La volontà di cercare miglior fortuna passando amministrativamente all’Abruzzo, suscita più di una perplessità soprattutto esaminando alcuni dei motivi di maggiore disagio dei comuni citati. Tra questi c’è la sanità che è lo stesso, principale, nervo scoperto da Vasto a Lanciano. Basti pensare alla saga dell’emodinamica: la sala è presente a Termoli, non a Vasto che per un’apertura al “San Pio” dovrebbe sperare (per questioni di bacino d’utenza) nella chiusura del reparto basso molisano.
La proposta, per ora ferma alla petizione popolare, per concretizzarsi prevede un iter lungo e complesso. Un caso simile, paradossalmente, si registra nel nord dell’Abruzzo, dove Valle Castellana (Teramo) ha chiesto e ottenuto dalla Cassazione il referendum per decidere sul passaggio alla Regione Marche [LEGGI].
“È una forma di campanilismo, come quando, in passato, si parlava della Frentania – aggiunge Costantino Felice – Quali vantaggi ci sarebbero? Questi discorsi sono gli stessi in tutte le zone periferiche a rischio emarginazione. Una prospettiva di ampia riorganizzazione macroregionale avrebbe un senso sia sul piano storico che sul piano della proiezione programmatica verso il futuro e nel piano delle autonomie regionali. Ma, ripeto, la riorganizzazione dovrebbe avvenire a livello nazionale e dovrebbe riguardare tutto il Paese”.