La storia di una generazione precaria nel lavoro e nei rapporti umani. È questo il libro scritto da Sergio Mancini e pubblicato da Masciulli Edizioni.
Il giornalista di Radio Delta Uno ha presentato il 5 febbraio a Vasto Generazione part-time: “All’inizio volevo scrivere un racconto, poi mi sono reso conto che era un romanzo”, ha spiegato il noto conduttore radiofonico e televisivo nella conferenza presentata dall’attore lancianese Stefano Angelucci Marino. “Ho sentito il bisogno di uscire dai confini del lavoro quotidiano e condividere alcuni concetti e situazioni che tutti più o meno viviamo. È anche un sfogo, un modo di dire quello che penso. Sono convinto che tutti si potranno riconoscere in Generazione part-time, anche solo in un rigo”.
Un volume suddiviso in episodi legati da un filo comune: “Ogni capitolo è un racconto, ma la storia ha come riferimento la vita quotidiana di una persona che si sente part-time non solo nel lavoro, ma anche nei rapporti con le persone”, perché “nell’era del web si tende a correre”. “Ci sono anche passioni e storie piccanti che rendono l’idea anche dei rapporti sentimentali tra le persone”, perciò “qualcuno mi incontra per strada e mi dice: Mancini, non ti conoscevo sotto questo punto di vista…”.
La prefazione è di Germano D’Aurelio, noto al pubblico col nome d’arte ‘Nduccio, protagonista di tanti esilaranti one man show sull’Abruzzo e gli abruzzesi. “Germano – racconta l’autore – è una persona di grande cultura, anche se non tutti sanno cogliere questo aspetto del suo carattere”.
Poi rivela: “Dopo averlo scritto, questo libro volevo bruciarlo. Ho avuto una crisi di rigetto, mi hanno detto che succede spesso agli autori. Poi, per caso, parlando con un’amica, lei mi ha detto di aver scritto un libro e mi ha consigliato di parlare del mio con l’editore Alessio Masciulli, che non conoscevo. A lui ho detto: entro una settimana lo brucio. Prima che finisse la settimana, mi ha richiamato per dirmi: dobbiamo pubblicarlo. E così, a ottobre, è arrivata la prima presentazione a Pescara”.
L’unico a non aver ancora letto il romanzo dopo l’uscita in libreria è proprio Sergio Mancini: “Dopo la pubblicazione, non ho voluto rileggerlo. Un giorno lo farò”.