Andrea Iannone resta sospeso dopo l’accusa di doping della Fim ma sembrano esserci sviluppi positivi nella vicenda. Nell’udienza di ieri a Ginevra, infatti, il suo avvocato difensore, Antonio De Rensis, ha presentato una prova che conforta la tesi difensiva, quella della positività per una contaminazione alimentare dovuta a delle carne mangiata in Malesia.
Iannone, come ha spiegato De Rensis a Sky Sport, si è sottoposto volontariamente al test del capello il 9 gennaio al centro regionale antidoping di Torino con i dati analizzati dal professor Alberto Salomone. “L’esame copre un periodo che va da gennaio 2020 retroattivamente fino a settembre 2019 ed è risultato completamente negativo alla sostanza del drostanolone, il metabolita ritrovato in una misura assolutamente esigua”.
[ads_dx]La tesi dell’accusa è che la presenza esigua “poteva essere o la coda di un ciclo di steroidi o una contaminazione alimentare, è difficile che sia una coda. Se il 3 novembre è stato ritrovato questo metabolita e a ottobre e settembre non ci sono tracce, evidentemente si tratta di contaminazione alimentare“.
La federazione ora ha cinque giorni di tempo per studiare le carte prodotte dalla difesa di Iannone a cui saranno concessi ulteriori dieci giorni per ulteriori deduzioni. Ad un mese dall’inizio della stagione 2020 e con l’Aprilia impegnata, come tutte le altre case motociclistiche, nei test invernali a Sepang, il non poter salire in sella è penalizzante per uno Iannone che, in merito a questa vicenda, si è sempre detto sereno. C’è da attendere ancora per sapere se le prove presentate ieri a Ginevra porteranno i giudici ad annullare la squalifica e permettere al pilota vastese di riprendere la sua attività.