Quattro anni di reclusione. È la pena che il giudice del Tribunale di Vasto, Fabrizio Pasquale, ha comminato ai due imputati del processo per la rapina al Todis di corso Mazzini: Walter Massetti, 50 anni, e Luigi Lainà, 29, entrambi di Roma.
Oggi l’udienza decisiva, che si è svolta a porte chiuse perché la difesa ha chiesto il rito abbreviato.
I fatti risalgono a meno di sei mesi fa.
È il 22 agosto, quando due persone con i caschi in testa entrano nel supermarket che si trova nella zona nord della città, vicino all’incrocio tra il centralissimo corso Mazzini e la circonvallazione Istoniense.
Il raid dura un solo minuto, venti secondi in più di quello in cui, la sera precedente, era stato rubato lo scooter poi usato nella rapina. Minacciando le cassiere con un taglierino e un coltello da cucina, i rapinatori si fanno consegnare il denaro, circa 2mila euro. Poi la fuga. Mentre escono dal supermercato, un cliente lancia verso di loro un cestino della spesa.
I carabinieri iniziano la caccia. La svolta arriva dalla videosorveglianza: a incastrare gli autori del colpo è una telecamera che registra il viaggio di andata e, soprattutto, quello di ritorno, quando i due passano a volto scoperto sotto l’obiettivo puntato sulla strada. Uno dei due assomiglia a uno dei tre arrestati per l’evasione da una comunità di reinserimento sociale proprio la notte precedente, quella del furto del motorino. Anche il tatuaggio pare identico. Perquisendo le stanze dei due sospettati, gli investigatori trovano un berretto con la scritta “Sagra Sagne e Fasciule” uguale a un altro rinvenuto per strada. In un cespuglio di via Villa de Nardis recuperano anche i guanti usati nel raid e le maglie a maniche lunghe indossate nel viaggio d’andata. I militari interrogano i sospettati mettendoli di fronte agli indizi raccolti. Gli indagati confessano.
Gli avvocati difensori, Gianni Menna di Vasto e Valentina Varrone di Roma, optano per il rito abbreviato. Oggi, nell’udienza decisiva, la pm, Gabriella De Lucia, conclude la requisitoria chiedendo quattro anni di reclusione. Richiesta accolta dal giudice, Fabrizio Pasquale.
“È stato ottimo – commenta l’avvocato Menna – il lavoro svolto, nell’ottica di una efficace e rapida amministrazione della giustizia, dalle forze dell’ordine e dalla magistratura, verso cui esprimiamo piena fiducia. Abbiamo collaborato con la giustizia”.