Investimenti che tardano a concretizzarsi e dubbi sul futuro. La segreteria provinciale della Fiom Cgil suona un nuovo campanello d’allarme sulla situazione della Denso (impegnata anche nelle trattative per le lavorazioni ex-Sam, LEGGI), la multinazionale giapponese che a San Salvo produce motorini di avviamento.
Il punto centrale della disanima del sindacato riguarda le nuove linee produttive, annunciate da tempo, che dovrebbero assicurare al sito sansalvese la competitività nel panorama internazionale delle auto elettriche e ibride. Al netto dell’andamento incerto del mercato auto che coinvolge tutte le aziende del settore, i rappresentanti dei lavoratori lamentano uno stallo che rischia di ripercuotersi sui futuri livelli produttivi.
La storica fabbrica ex Magneti Marelli occupa circa mille persone da tutto il territorio, le recenti esperienze con altri grandi gruppi (ad esempio la Honeywell) e l’assenza di segnali concreti non fanno dormire sonni tranquilli alla sigla sindacale che dice: “I futuri investimenti non cadranno dal cielo o da un consiglio di amministrazione a pioggia o a caso. Chiediamo all’azienda cosa ha fatto in questi anni affinché risulti più attrattiva di altri siti per l’assegnazione di nuovi investimenti”.
[ant_dx]Il focus è proprio l’attrattività di San Salvo che, rispetto ai concorrenti anche interni, soffre già dei noti gap logistici e burocratici. Le indiscrezioni raccontano di altri siti esteri dello stesso gruppo già attrezzati da tempo, ad esempio, con le camere bianche, ambienti puliti o non contaminati da polveri necessari per la costruzione e l’assemblaggio di componenti elettrici. Nel sito di Piana Sant’Angelo ce n’è solo una per un particolare tipo di motorino “che però occupa pochissimo personale”.
“Questo tipo di investimenti – spiega il sindacato – ha bisogno di avviarsi con due-tre anni di anticipo, come accaduto per altre linee in passato, per far sì che al momento del passaggio all’auto elettrica o ibrida la fabbrica non si trovi impreparata. Oggi, invece, riscontriamo, tra le altre cose, assenza totale di progettualità, scarso riconoscimento di ruoli e responsabilità, clima aziendale teso, assenza di comunicazione, efficienza linee ridicola e bilanci preoccupanti. Il risultato di questa somma si riverserà sui lavoratori e sulle loro famiglie”.
Il sindacato auspica quindi l’inizio di un confronto con tutte la parti in causa e non esclude iniziative di mobilitazione.