Con il canto del San Sebastiano, alla vigilia della festa liturgica che si celebra oggi, 20 gennaio, si chiude il ciclo dei canti tradizionali che caratterizzano il mese di gennaio. Ieri sera il gruppo Vasto com’era, formato dagli storici cantori e musici popolari della città, ha intonato il canto in cui si ricorda la storia del soldato romano nato a Milano, martirizzato due volte per la sua fede cristiana. Una prima volta fu legato ad un palo e colpito da frecce. Miracolosamente Sebastiano non morì, ma ripresentatosi dall’imperatore Diocleziano, fu condannato nuovamente e flagellato a morte. Il canto, come da tradizione, si conclude con la richiesta di doni da condividere poi tutti assieme dal gruppo.
“I canti di questua si cantano anche negli altri paesi dell’Abruzzo – ha spiegato Don Gianfranco Travaglini -. Invece il canto a San Sebastiano è una caratteristica di questa zona. San Sebastiano è patrono dei muratori e dei vigili urbani. Il gruppo, nel canto, invoca San Sebastiano come protettore della puntura. Con questo termine italianizzato si intendono le malattie della punta del petto, le malattie respiratorie, per cui si invoca il Santo”.