Il referendum sulla legge elettorale sostenuto dalla Lega per abrogare le norme sulla distribuzione proporzionale dei seggi e trasformare il sistema in un maggioritario puro non si terrà. Come riportato dall’Ansa, “la Corte costituzionale lo ha dichiarato inammissibile perché ‘eccessivamente manipolativo‘”.
La Regione Abruzzo si era schierata con altre sette consigli regionali di centrodestra nella proposizione del quesito referendario: Veneto, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Basilicata e Liguria. Circostanza questa che aveva suscitato più di un malumore tra le fila dell’opposizione (soprattutto nel M5S).
[ant_dx]LE REAZIONI – “È una vergogna, è il vecchio sistema che si difende: Pd e 5stelle sono e restano attaccati alle poltrone. Ci dispiace che non si lasci decidere il popolo: così è il ritorno alla preistoria della peggiore politica italica”, dice il segretario della Lega, Matteo Salvini.
Il capogruppo M5S del consiglio regionale abruzzese, Sara Marcozzi, ribadisce il parere negativo: “La Consulta conferma quanto avevamo ampiamente pronosticato: il quesito referendario proposto dalla Lega per modificare la legge elettorale nazionale è irricevibile e viene definito eccessivamente manipolativo. Ciò significa che i rappresentanti leghisti di otto consigli regionali, tra cui anche quello dell’Abruzzo, non solo hanno piegato le istituzioni in nome della propaganda di Salvini, ma lo hanno anche fatto senza essere in grado di scrivere un documento accettabile. Siamo davanti al trionfo del pressappochismo e dell’incapacità istituzionale. I consiglieri regionali della Lega, in particolar modo i delegati alla presentazione del quesito referendario Montepara e Angelosante, non sono mai stati in grado di fornire risposte concrete, basate su sentenze o precedenti giuridici, alle nostre domande, evidenziando un profondo imbarazzo per l’intera durata della discussione. Evidentemente si sono trovati costretti a obbedire ai diktat arrivati da Roma e da Pontida, difendendo l’indifendibile”.
“Ora che è arrivata la pronuncia ed è stata ufficializzata l’inammissibilità del quesito – conclude Marcozzi – invito gli esponenti della Lega ad assumersi le proprie responsabilità, mettendo da parte la propaganda ed evitando di trovare nemici o di additare la Corte Costituzionale di colpe che, evidentemente, non ha. Non siamo di fronte a nessun tipo di complotto, ma a un pronunciamento, basato sulla nostra Carta Costituzionale, che deve essere rispettato. Le uniche persone che devono rispondere agli abruzzesi sono gli stessi esponenti politici della Lega che hanno prima scritto e poi difeso un testo palesemente sbagliato, causando gravi danni economici alle casse anche della nostra Regione, costretta a perdere giorni di lavoro per affrontare la questione”.