“Operafobia”. Così Marco di Michele Marisi chiama quello che definisce un rifiuto a priori delle nuove opere pubbliche.
Di operafobia, secondo il segretario cittadino di Fratelli d’Italia, sarebbe affetta l’amministrazione comunale di Vasto, che avrebbe detto no alle infrastrutture “negli ultimi venti anni proposte sempre da Enti diversi dal Comune”, scrive nell’editoriale del numero di gennaio di Città in Movimento, il periodico gratuito di cui è direttore. Nonostante “soldi e progetti pronti, c’è sempre qualcuno, dell’amministrazione, che si oppone per partito preso, annunciando rivolte, proteste, barricate”.
L’oggetto del contendere politico è, ormai da mesi, la variante alla statale 16. Un’opera pubblica attesa da vent’anni. Finalmente ci sono i soldi: 87 milioni di euro, frutto del Masterplan per l’Abruzzo, l’accordo siglato a novembre del 2016 da Matteo Renzi e Luciano D’Alfonso, che allora erano presidente del Consiglio e governatore della Regione, per finanziare 77 opere pubbliche con un miliardo e mezzo di euro.
Il progetto dell’Anas non piace all’amministrazione Menna.
Lo ha detto e ribadito il vicesindaco di Vasto, Giuseppe Forte: costruire un viadotto da località Trave per aggirare l’abitato di Vasto Marina e proseguire verso contrada San Tommaso e San Salvo non risolverebbe il problema. Non sposterebbe lo smog dalla costa e lo avvicinerebbe al centro storico e alla suggestiva balconata orientale della città alta. Questa la posizione del Comune di Vasto.
Ieri, nella prima puntata del 2020 di Timeout, la sindaca di San Salvo, Tiziana Magnacca, ha lanciato un nuovo appello a fare in fretta per scongiurare il rischio di perdere gli 87 milioni [VIDEO].
Secondo Marco di Michele Marisi, [mic_dx]“gli affetti da operafobia anche questa volta tirano fuori dagli armadi i fantasmi per far spaventare i cittadini che invece, dalla variante, trarrebbero benefici”. “Oggi – sottolinea – Vasto resta una delle poche città adriatiche tagliate in due, nella zona della Marina, da una Statale che non consente uno sviluppo di quella zona e che crea non pochi disagi, soprattutto in estate, obbligando turisti e residenti stagionali a fare slalom tra i camion semplicemente per attraversare la strada per andare in spiaggia. Una fetta di Vasto Marina fermata nello sviluppo turistico e commerciale, perché di fatto sta… in mezzo ad una strada (statale). Non serve andare molto lontano per vedere come una variante abbia di fatto arricchito un territorio: Termoli”.
Poi avverte: “L’Anas non è un’azienda che o fa questa variante o perde l’affare: i soldi ci sono e se non si spendono qui, armi e bagagli la società per azioni fa un’opera da un’altra parte”. Evidenzia quella che ritiene essere una contraddizione: “Investire sulla Costa dei Trabocchi e farla continuare a costeggiare da traffico pesante con l’attuale Statale, non è tanto normale”, afferma l’esponente del centrodestra, che attacca il fronte del no: “Bastian contrari di professione. Sembra proprio vero che questa sia la città nella quale non si fa, e non si deve far fare nulla a nessuno. Ferma dai tempi di Notaro, nei quali, meno male, i viadotti si son fatti, e dei benefici ne usufruiamo tutti i giorni”.