Servono 25 milioni per risolvere le emergenze idriche in provincia di Chieti. In particolare quelle del Vastese, dove dalle tubature disastrate si disperde il 70% dell’acqua. Ma i 25 milioni non ci sono. Per questo, le strade da seguire sono due. La prima fare di necessità virtù: i lavori più urgenti saranno eseguiti in economia dalla Sasi, la società che gestisce il servizio idrico integrato (acqua, fogne e depurazione) in 87 comuni del Chietino. La seconda passa per i parlamentari abruzzesi: lavorare nei palazzi romani per reperire fondi. Sono queste le decisioni prese oggi pomeriggio nel vertice sul problema acqua, convocato a Pescara a Pescara dal presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.
Seduti [mic_dx]attorno al tavolo della Giunta, si sono confrontati i parlamentari Luciano D’Alfonso e Carmela Grippa, il governatore Marsilio, il vice presidente della Regione e delegato al Sistema idrico, Emanuele Imprudente, i consiglieri regionali Giovanni Legnini e Manuele Marcovecchio, diversi sindaci (tra cui i primi cittadini di Vasto, San Salvo, Ortona, Atessa, Guardiagrele, Gissi e Furci, Francesco Menna, Tiziana Magnacca, Leo Castiglione, Giulio Borrelli, Simone Dal Pozzo, Agostino Chieffo e Angelo Marchione), il presidente dell’Ersi (entte regionale per il sistema idrico), Nunzio Merolli.
“È un’emergenza grave, che perdura da troppo tempo”, commenta Marsilio. “La rottura della tubatura avvenuta recentemente ha causato uno stato emergenziale per i comuni della zona, putroppo ogni estate si acuisce la crisi idrica. Non sarà facile risolvere il problema in poco tempo: sono decenni che non fanno attività di manutezione ai nostri acquedotti”. Per trovare i 25 milioni necessari, “ci vuole l’impegno del Governo e del Ministero competente, pertanto abbiamo coinvolto i parlamentari abruzzesi”.