“Delusione e rammarico” per l’assenza nella conferenza di fine anno di passaggi sul “drammatico problema” dei terremotati. Il Coordinamento dei Comitati dei terremotati del Centro Italia ha scritto ieri una lettera al presidente del consiglio, Giuseppe Conte, per riaccendere i riflettori su una ricostruzione che stenta a decollare. A tre anni dal sisma che ha colpito Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio gli interventi ultimati sono ben pochi (una recente stima parla di 8 su 107 solo nelle Marche).
“Ritenevamo lei un riferimento sicuro con cui dialogare per trovare soluzioni certe al fine di ricostruire rapidamente questa parte disastrata d’Italia – ha scritto il coordinamento – una fiducia che ritenevamo ben riposta visti gli incontri interlocutori avuti con lei nei mesi scorsi, e visto gli importanti risultati normativi che hanno accolto alcune delle nostre istanze”.
Durante la conferenza, Conte ha definito la ricostruzione del ponte “Morandi” di Genova “un esempio positivo dell’attività del governo”; tale passaggio nella lettera viene definita dal coordinamento “un esempio che se da una parte ci dà una speranza, perché vuol dire che se si vuole si è in grado di ricostruire le opere pubbliche con rapidità e sicurezza, dall’altra suscita una profonda rabbia”.
LA LETTERA INTEGRALE
Sig. Presidente,
il Comitato Terremotati Centro Italia ha seguito con molta attenzione la Sua conferenza stampa di fine anno tenutasi oggi 28/12/2019 presso Villa Madama in Roma.
Purtroppo abbiamo constatato, con nostra grande delusione e rammarico, che tra gli argomenti trattati nel corso della conferenza non è stato affrontato minimamente il drammatico problema che stanno vivendo i terremotati del Centro Italia ed i ritardi nell’opera di ricostruzione delle abitazioni, delle attività economiche, dei servizi e delle opere pubbliche.
Delusione perché ritenevamo Lei, Presidente, un riferimento sicuro con cui dialogare per trovare soluzioni certe al fine di ricostruire rapidamente questa parte disastrata d’Italia, una fiducia che ritenevamo ben riposta visti gli incontri interlocutori avuti con Lei nei mesi scorsi, e visto gli importanti risultati normativi che hanno accolto alcune delle nostre istanze.
Constatato, inoltre, che nessuno dei 37 giornalisti presenti ha sentito il dovere di sollevare il problema del terremoto, vengono purtroppo convalidate le nostre preoccupazioni più volte espresse, che il nostro dramma ricade nuovamente nel dimenticatoio della politica, ma anche dell’opinione pubblica italiana.
Lei, Signor Presidente, ha citato la ricostruzione del ponte di Genova come un esempio positivo dell’attività del governo, un esempio che se da una parte ci da una speranza, perché vuol dire che se si vuole si è in grado di ricostruire le opere pubbliche con rapidità e sicurezza, dall’altra suscita una profonda rabbia perché nella zona dell’epicentro sismico centinaia di opere pubbliche (ospedali, scuole, strade, caserme, case di riposo, case popolari, cimiteri, ecc …) ancora devono essere ricostruite e nella maggior parte dei casi non hanno raggiunto neanche la fase progettuale. Opere pubbliche che ospitano importanti servizi indispensabili per il normale vivere di una collettività.
Ricostruire il Centro Italia terremotato significherebbe attivare il cantiere più grande d’Europa e insieme alla istituzione di una Zona Franca Speciale potrebbe costituire il volano di quella ripresa economica tanto sbandierata da tutte le forze politiche.
Ci domandiamo perché la stessa celerità non sia stata applicata, per esempio, per ristrutturare la nostra viabilità. Dopo 3 anni e mezzo, i lavori sulla S.S. 685 ancora non sono finiti e permangono deviazioni e impianti semaforici. Molte strade terremotate che collegano alcuni centri montani non sono state ristrutturate e permane una situazione di degrado e di pericolo.
Lei, Presidente, conosce bene la nostra drammatica situazione, e ci auguriamo che la dimenticanza di oggi sia solo un disguido e che permanga invece il Suo impegno verso noi terremotati più volte dichiarato e concretamente dimostrato in diverse occasioni.
Per le suddette ragioni ci sentiamo in dovere di chiederLe spiegazioni nel merito e comunque, provvedimenti concreti in favore dell’opera di ricostruzione a partire da un provvedimento normativo che dia la precedenza agli interventi nelle zone degli epicentri sismici e delle zone più danneggiate del cratere, visto che gli uffici speciali della ricostruzione, già sottodimensionati, vengono impegnati prioritariamente per la ricostruzione di fabbricati pubblici e privati fuori del cratere.
Inoltre chiediamo che il Commissario dia l’opportunità di un confronto ai comitati e alle associazioni professionali per esporre pareri e richieste necessarie ad una veloce ricostruzione in sede di ordinanze attuative della recente legge approvata in parlamento.
Con questo auspicio restiamo in attesa di un positivo riscontro nel merito.