Le attività produttive operanti nel distretto di Cerratina sito nel Comune di Lanciano nonché quelle ricadenti nel Comune di Mozzagrogna esprimono con forza la propria contrarietà all’intenzione manifestata dalla società Ecolan durante l’assemblea dei sindaci soci tenutasi lo scorso 16 dicembre di voler realizzare un ampliamento della discarica consortile per rifiuti non pericolosi di Cerratina gestita dalla Ecologica Sangro s.r.l..
“Al riguardo ci opponiamo con forza a simili progetti di ampliamento considerati al pari di nuovi impianti in quanto il nostro territorio risulta già pesantemente contaminato per la presenza di ulteriori impianti di trattamento rifiuti – dicono gli imprenditori in un comunicato – (Discarica Consortile di Serre, Discarica Semataf ed ex Cava Saraceni), che hanno costretto il sindaco del Comune di Lanciano in quel momento in carica persino ad emanare il 25 maggio 2009 l’ordinanza n. 146 con la quale ha posto il divieto per l’insediamenti del comparto di Cerratina di utilizzare le acque dei pozzi per uso industriale, igienico e per l’irrigazione delle zone verdi a causa delle falde acquifere inquinate”.
Rispetto a quanto paventato, gli imprenditori ritengono il luogo come una realtà da dover salvaguardare soprattutto se si considera che nel distretto di Cerratina situato a sud di Lanciano e nella confinante Mozzagrogna risultano impiegate circa 1500 unità.
“In questi ultimi anni, difatti, – spiegano – ci siamo impegnati per far crescere le nostre attività industriali e artigianali, sino ad arrivare a porci come principale punto di riferimento per l’intera area Frentana. Riteniamo che [mar_dx] oggi un altro ampliamento della discarica esistente che dispone ancora di ben 330mila metri cubi circa oltre ad non essere comprensibile, se si considerano gli obiettivi raggiunti della raccolta differenziata, non sarebbe più da noi sostenibile. Ebbene – concludono – ora rivolgiamo il nostro appello alla Regione Abruzzo e a tutti gruppi consiliari del Comune di Lanciano affinché prendano tutte le iniziative volte ad impedire altri suoi ampliamenti, a scongiurare l’insorgere di nuovi impianti, nonché a sollecitare soluzioni alternative che non vedano sempre l’area frentana coinvolta in questi progetti”.