C’è ancora sgomento per la tragica morte di Hamida, 58 anni, di origini tunisine, travolta da un suv Volkswagen mentre attraversava ieri sera in via per Treglio, in località Rocca San Giovanni.
“Quando si legge investita da un suv, immediatamente si pensa ad un episodio di imprudenza o guida spericolata o arroganza del conducente. – racconta il conducente dell’auto che precedeva il suv – Andavamo al massimo a 40 km/h, il conducente ha fatto di tutto per evitare l’impatto, quel tratto di strada è mal illuminato, le strisce sono praticamente invisibili e non adeguatamente segnalate”.
Il testimone riferisce inoltre di aver visto il conducente del suv scendere dall’auto dopo l’impatto, chiamare il 118 e “cercare di proteggere la signora con delle coperte senza mai allontanarsi. Ve lo scrivo perché – prosegue – mi sembra doveroso sottolineare che non si è trattato di uno dei ‘soliti’ incidenti dovuti a imprudenza o, come ho scritto sopra, ad arroganza di un suv”.
Tristezza e rabbia anche nelle parole del sindaco di Treglio, Massimiliano Berghella che, dopo l’incidente, si è subito recato sul posto per dare una mano e, questa mattina, ha lasciato su Facebook tutto il suo turbamento. “Morire così non si può, non lo accetto. Sento dentro un grande dolore, perché quello che è accaduto ieri non può non fare male, e chi come me ha delle responsabilità civili questo peso deve sentirlo ogni giorno, prima che queste disgrazie avvengano. – scrive sulla sua bacheca del social network – Non voglio dire nulla, perché la rabbia mi farebbe dire cose [mar_dx] forti, troppo forti, ma mi sono sentito impotente davanti quel lenzuolo a terra e ho ripensato agli articoli di giornale, ai km fatti sopra e sotto per cercare di sensibilizzare chi di dovere per muoversi a occuparsi di segnaletica, di mettere bande sonore, passaggi pedonali illuminati e in sicurezza secondo norma, di progettare dei passaggi pedonali sopraelevati come si fa in qualsiasi città del nord. Ma adesso parlare non serve, – prosegue – lo farò scrivendo e se occorre facendo barricate, perché non si può accettare una morte così”.