Duemila anni di storia, un grande fascino e ancora tanto da scoprire. L’acquedotto romano delle Luci è un’opera nascosta, visto che attraversa sottoterra la città, partendo dalla parte alta di Vasto, nella zona di Sant’Antonio abate, costruita ai tempi dell’antica Histonium per approvigionare di acqua la città. Utilizzato fino allo scorso secolo, è stato poi abbandonato ma, ancora oggi, l’acqua scorre nei condotti in pietra progettati e realizzati sottoterra dai romani e, nel corso del tempo, restaurati. Così come avvenne duecento anni fa, come testimoniato dall’iscrizione in cui c’è la definizione di “magnifico monumento”, che ha dato il titolo alla mostra allestita da Italia Nostra del Vastese e Parsifal Società Cooperativa nella sala Mattioli in corso de Parma. Scatti fotografici e video realizzati all’interno dell’acquedotto durante le esplorazioni compiute dagli archeospeleologi Marco Rapino e Fabio Sasso – con loro in un’occasione anche Guglielmo Di Camillo – per ricostruire tutto il percorso dell’acquedotto che, in superficie, è possibile tracciare attraverso i pozzi – le luci, appunto -. E, soprattutto, per capire che fine fa l’acqua che ancora oggi vi scorre visto che, come spiega Davide Aquilano, “dopo la villa comunale non abbiamo idea di dove termini il percorso dell’acquedotto e dell’acqua”. In termini di dissesto idrogeologico questo è molto importante visto che più volte il costone orientale – al di sotto del quale scorre l’acquedotto delle Luci – è stato interessato da movimento franosi.
L’intervista a Davide Aquilano
Le prime esplorazioni – ha ricordato Marco Rapino – risalgono a una ventina di anni fa. Ma, ancora oggi, sono tanti i vastesi che non hanno contezza di quale imponente opera (basti pensare che, a distanza di duemila anni, è perfettamente conservata se non nei tratti dove l’azione della mano dell’uomo ha creato danni) scorra proprio sotto i loro piedi. Proseguire nelle esplorazioni, nel recupero e nella valorizzazione, ha importanza, quindi, sia per gli aspetti di controllo dell’acqua che per scopi culturali e, perchè no, turistici. La mostra, inaugurata ieri sera, sarà aperta fino al 31 dicembre. È un’occasione da non perdere per ammirare le suggestive immagini che raccontano le esplorazioni di “questo magnifico monumento”.
L’intervista a Marco Rapino
Questo magnifico monumento
Sala Mattioli – Vasto, Corso de Parma, 4
dal 23 al 31 dicembre 2019
orari: 10.30-12.30; 18-20.
Ingresso gratuito
Info: [email protected]; 3483576711 (anche tramite WhatsApp)