“Nella riunione del tavolo tecnico sono state scritte delle cose importanti anche a livello legislativo per lo snellimento delle liste d’attesa”. Per Alessandra Portinari, presidente regionale dell’Angsa, associazione nazionale genitori soggetti autistici, “un primo traguardo è stato raggiunto”, ma “non abbiamo ancora vinto la guerra”.
Stamani le nove famiglie di Vasto, che due giorni fa avevano annunciato la protesta a Pescara perché ormai esasperate dalle interminabili liste d’attesa per le cure dei loro figli autistici, si sono ritrovate, cartelloni in mano, davanti alla sede dell’assessorato regionale alla Sanità proprio nel giorno in cui si è riunito il Tavolo tecnico regionale per l’elaborazione di un documento unico di programmazione territoriale coerente con i fabbisogni socio-assistenziali, convocato dal direttore dell’Agenzia sanitaria regionale, Alfonso Mascitelli, e aperto alla partecipazione di associazioni e fondazioni accreditate. Coi manifestanti, c’erano Portinari e il loro avvocato, Angela Pennetta.
“Mentre stavamo facendo il sit-in – racconta il legale – è uscita l’assessora Nicoletta Verì, che ha voluto parlare con noi e si è informata sulle liste d’attesa. Ho fatto presente all’assessora alla Sanità che esiste un precedente: la sentenza del Tribunale di Vasto, che ha disposto cure in città per il figlio della signora Marie Hélène Benedetti. La risposta è stata: ‘Farò di tutto per assicurare la necessaria assistenza’. Lo ritengo un buon segnale di apertura, del quale i manifestanti sono rimasti molto contenti. Già mi hanno dato mandato per l’azione legale ma, se il problema verrà risolto senza ricorso alla via giudiziaria, saremo molto più contenti”.
Mooderatamente soddisfatta la presidente dell’Angsa: “Nella riunione del tavolo tecnico – racconta Portinari – sono state scritte delle cose importanti anche a livello legislativo per lo snellimento delle liste d’attesa. Un primo traguardo è stato raggiunto. Ora il tavolo tecnico ha assegnato le competenze alla direzione generale della Asl. La palla passa al dg dell’azienda sanitaria, Thomas Schael, autorizzato a erogare i necessari servizi a queste famiglie in base al budget disponibile. A Vasto ci sono tante altre famiglie nella stessa situazione di queste nove che hanno manifestato. Un primo risultato l’abbiamo portato a casa perché, senza questa autorizzazione del’Agenzia sanitaria, non sarebbe possibile nulla. Ora dovranno dirci quale budget è a disposizione. Perlomeno è stata riconosciuta la necessità di rimettere al centro le cure. Ma – precisa – non abbiamo ancora vinto la guerra”.