Il cartellone di prosa 2019/2020 del Teatro Fenaroli di Lanciano, realizzato in collaborazione con i Teatri Riuniti d’Abruzzo, è arrivato al terzo appuntamento. Lo spettacolo “Mimì, in arte Mia Martini”, in scena il 14 dicembre 2019 ore 21, si propone, in maniera ambiziosa, di richiamare in terra lo spirito tormentato di Mia Martini, in cerca della quiete mancata nel suo breve passaggio terreno.
Melania Giglio incarna sul palco Mia Martini e narra la sua infelice esistenza desiderosa di socialità, di amore eterno, di affetti, conclusasi in maniera tragica. Mia Martini, o meglio Mimì, riemerge da lontane risonanze di un’infanzia nel suo paesino, Bagnara Calabra, ed evoca figure femminili ancestrali, come la madre adorata.
Assecondata dalla delicata presenza di due emblematiche creature, angeli dalle voluminose ali piumate, Mimì ripercorre la sua esistenza: le sue canzoni ne rivelano l’intimo turbamento, il profondo bisogno di amore, l’insofferenza di incontri deludenti.
A questa Mimì così splendidamente portata in scena, Melania Giglio offre qualcosa di più che la rievocazione del personaggio scelto: dona la sua forza di artista autonoma, la sua capacità di esprimere oltre al personaggio, la crudeltà dell’ambiente artistico, comune a ogni tempo.
Il regista Daniele Salvo ha ideato per la scena un’ambientazione immateriale, di nuvole e onde, realizzata da Fabiana Di Marco, che consente il racconto irreale e l’inserimento dei due Angeli, interpretati da Mamò [mar_dx] Adonà e Sebastian Gimelli Morosini, emblematiche presenze, rese splendide dai costumi di Daniele Gelsi e dal trucco di Francesco Biagetti, che offrono alla vicenda un contorno favolistico.
Grazie ai due angeli che la evocheranno ai nostri occhi, Mia-Melania sarà finalmente capace di ripercorre la propria vita e di pacificarsi con tutto e con tutti, attraverso il fascino senza fine delle sue magnifiche canzoni, eseguite dal vivo, con timbro potente e deciso, a partire da “Piccolo Uomo” e da “E non finisce mica il cielo”, fino a “Gli uomini non cambiano”. La Giglio accompagna il pubblico in un viaggio affascinante e coinvolgente, trasportando sulla scena quella rara commistione di forza e fragilità che fu la caratteristica distintiva della grande e mai dimenticata cantante.