Da qualche settimana il faro di Punta Penna si “nasconde” alla vista degli osservatori, ingabbiato da un’impalcatura che arriva fino ai 70 metri della lanterna. Dalla scorsa primavera sono iniziati i lavori che interessano la struttura e l’area esterna del faro ma è con l’avvio delle operazioni sulla torre che le operazioni entreranno nel vivo. Costruito nel 1906 e attivato nel 1912, poi ricostruito nel 1945 dopo la sua distruzione durante la seconda guerra mondiale, il secondo faro più alto d’Italia dopo la Lanterna di Genova necessitava da tempo di interventi.
L’azione degli agenti atmosferici e degli agenti inquinanti era visibile a occhio nudo, con le ampie porzioni di intonaco mancanti, ma anche a livello strutturale c’erano delle migliorie da fare, sia alla torre che al caseggiato dove ci sono gli uffici e gli alloggi di servizio. Per la prima volta è stata montata un’impalcatura esterna che arriva fino alla lanterna. In occasione di passati lavori gli operai specializzati si erano calati con le funi dalla sommità per poter intervenire sul rivestimento del faro. La complessa impalcatura, dotata anche di elevatore per il trasporto di uomini, attrezzi e materiali, è stata realizzata in diverse fasi, arrivando a ricoprire interamente i 70 metri di altezza della torre solo qualche settimana fa.
[ads_dx]I lavori, finanziati dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per una cifra di 670mila euro, riguarderanno aspetti estetici e funzionali così come da progetto esecutivo redatto dall’architetto Roberto Piva per il Provveditorato interregionale per le opere pubbliche. L’intervento, eseguito dalla ditta Sapori srl di Roma, riguarda “il recupero e il risanamento del complesso della torre del faro attraverso interventi di rifacimento degli intonaci e le relative pitture, la ricostruzione delle cornici ammalorate, il rifacimento della copertura e relativa impermeabilizzazione, il riordino delle antenne installate a servizio delle forze dell’ordine”.
Inoltre verrà sostituito il vetro della lanterna del faro che permette alla luce di diffondere il suo fascio luminoso con delle nuove lastre di vetro temperato dello spessore di 8 millimetri. Con il montaggio dell’impalcatura fino alla cima del faro il servizio di segnalamento è comunque assicurato, come verificato dai fanalisti con delle apposite verifiche mentre erano in corso le operazioni di montaggio. Importante sarà anche la sostituzione della gabbia di Faraday che protegge il faro dalle scariche dei fulmini. L’attuale impianto verrà smantellato e sostituito da uno più efficiente che permetterà di scaricare a terra l’energia dei fulmini che, vista l’altezza, colpiscono il faro. Lo scorso inverno proprio un violento fulmine aveva mandato in fumo un quadro elettrico con la lanterna principale che rimase spenta per alcuni giorni [LEGGI] mentre il servizio di segnalamento era stato garantito dall’impianto secondario. Gli interventi in corso comprenderanno anche la sistemazione delle aree esterne del fabbricato, che verranno riqualificate e migliorate.
Probabilmente ci vorrà ancora qualche mese – i lavori devono tener conto di una serie di fattori tra cui anche le condizioni meteo (e in particolare del vento) – ma presto si potrà tornare ad ammirare un faro tirato a lucido per continuare ad essere un punto di riferimento prezioso per la navigazione e uno dei simboli – tra i più fotografati – della città.