Ospitiamo il contributo di Domenicangelo Litterio, coordinatore del Movimento di difesa delle zone interne, sul tema dello spopolamento che affligge soprattutto l’entroterra. Sull’argomento Litterio chiama in causa i centri più grandi del territorio e dice “si comportino da buoni padri di famiglia”.
Leggo su zonalocale.it i dati relativi alla situazione demografica (e quindi economica e sociale) del Vastese [LEGGI]. Si evidenziano fenomeni preoccupanti per lo “svuotamento” dei Comuni interni e montani e segnali di preallarme per Vasto e San Salvo che non crescono più con le progressioni dei decenni passati.
Ora, i collegamenti “svuotamento” dell’interno e “riempimento” dei Comuni a valle sembrano fenomeni correlati ed interdipendenti; ed anche per me in massima parte lo sono. Tuttavia è strano che il fenomeno crei ora preoccupazione, come se da decenni l’esodo dalla montagna verso il mare fosse sconosciuto e le sue conseguenze ignorate o imprevedibili.
È chiaro che se c’è un serbatoio pieno e tu ne prelevi nel tempo tutto il contenuto allora o devi trovare altri serbatoi da svuotare oppure la tua pancia piena comincerà a sentire i crampi dell’astinenza.
[ant_dx]Per il primo caso Vasto e, più ancora, San Salvo hanno attivato meccanismi di attrazione sia per il settore turistico che per quello del lavoro; non sufficienti a creare un’alternativa che dia uguale garanzia di crescita; nel secondo la creazione di modelli complessi e strutturati di offerta turistica lasciano la costa vastese poco competitiva.
Certo, fenomeni di flusso demografico unidirezionale (nel nostro caso da monte a valle) non sono immediati e non si vedono al momento, anche perché le opportunità che questo fenomeno offre a chi riceve fanno spesso dimenticare la programmazione a lungo termine ed il rispetto delle persone coinvolte.
Dal mio punto di vista si può in parte attenuare la previsione negativa nei Comuni di Vasto e San Salvo: riprendere la loro funzione di guida dell’intero territorio, da Vasto-San Salvo a Schiavi d’Abruzzo; una volta si chiamava Comprensorio (con = insieme, uniti). Smettere l’accumulo di tutte le risorse dell’interno e realizzare la politica del Comprensorio. Certo oggi tutti hanno molto da fare e non possono perdere tempo a studiare o rileggere almeno antiche riflessioni inascoltate; già Sante Petrocelli, nel suo libro su Vasto e il suo Comprensorio aveva dato indicazioni utili ad evitare l’attuale degrado: i Comuni della costa devono integrarsi con quelli dell’entroterra e percorrere un cammino insieme di reciproco aiuto; la rapina ti genera una momentanea ricchezza ma poi o avrai sempre bisogno di rubare o tornerai all’antica indigenza.
Ora la situazione è la seguente: pensa di avere una grande casa e tu arredi e fai splendere solo il salotto d’ingresso e lasci alla sporcizia, al degrado le stanze interne. Come fai a non capire che così diminuisci il valore dell’intero immobile e chi entra a casa tua si congratula con te per la bellezza del tuo salotto ma poi avrà bisogno di riposare, di uscire dalla noia di un solo ambiente e tu non potrai offrire nulla di più e nulla di meglio che la sporcizia delle stanze interne.
La mia analisi della situazione attuale non offre spunti di ottimismo. Non vedo segnali di cambiamento della politica verso le zone interne.
Ecco qualche esempio: il Consorzio per l’area industriale del Vastese ottiene la ZES (Zona Economica Speciale) con l’ampliamento (anzi il raddoppio) delle aree di San Salvo e Vasto. Ok, tutto normale. Tuttavia nessuno si va a rileggere il Piano socio economico che trasformava il Nucleo in Area industriale , cioè la costruzione dei “collegamenti funzionali” previsti nel piano, soprattutto verso la valle del Trigno, egregiamente attrezzata per tale scopo. No, no, Vasto e San Salvo hanno avuto i loro ampliamenti e chi vuole Cristo se lo preghi.
In una diversa visione del proprio futuro i sindaci di Vasto e San Salvo avrebbero dovuto lottare per avere nei fatti l’Area, non più il nucleo. Ma nell’entroterra nessuno ha detto niente! A parte che non è vero, perché la regione Abruzzo ha ricevuto una lettera del Movimento di difesa delle zone interne che invita la politica regionale a fare questo gesto di vicinanza per le zone interne; ma anche nel silenzio generale, toccava comunque alle città di costa proteggere le proprie zone interne e renderle vivibili.
Pensate, ancora, alle piste ciclabili. Belle opere, senza dubbio e certamente utili da tutti i punti di vista. Ma anche qui: che cosa c’è di più autenticamente allettante rispetto alla sensibilità dei tempi che allargare la pista lungo gli splendidi tracciati interni al territorio, con ambienti di bellezza da urlo. No, tutto il percorso lungo la costa; disordinato, intersecante strade a grande traffico, dentro i centri abitati, ma tutto lungo la costa.
La soluzione: un diverso approccio alla realtà dei fatti; tornare alle riflessioni di Sante Petrocelli: Vasto e San Salvo riprendano il possesso del loro Comprensorio e non si comportino da rapinatori ma da buoni padri di famiglia, attenti alle necessità dei più fragili e deboli, attenti a valorizzare tutte le stanze della casa e non soltanto il salotto d’ingresso, ma attenti soprattutto ad eliminare le disuguaglianze e consentire a chi abita nei paesi interni e montani di abitare dove sono nati e viverci con dignità.
Ne guadagna il territorio che sta franando (che dite: dove si farà sentire di più il dissesto del territorio a monte?); ne guadagna l’intera Regione che può finalmente utilizzare anche l’immenso patrimonio di tre quarti del suo territorio che è montano.
Naturalmente non mi aspetto consensi; c’è ancora in giro troppo appetito del facile e dell’immediato e tuttavia credo sia giusto parlarne.
Domenicangelo Litterio