Un nuovo accesso agli atti “per capire come vengono gestiti e tutelati i diritti dei nostri figli, della famiglia separata, dei minori esposti ed abbandonati; quali strumenti organizzativi vengono adottati per prevenire e come viene garantita la partecipazione dei cittadini nel caso dei conflitti e delle decisioni”. L’ha presentato Antonio Borromeo, presidente dell’associazione Papi Gump, che si occupa di tutela dei diritti dell’infanzia e della famiglia.
“Cercherò di entrare nelle stanze dove si custodisce la vita di buona parte dei nostri cittadini, ma garantisco che lo farò con molta riservatezza, nel rispetto della legge, nella speranza di non incontrare ostacoli o ritardi. Mi muoverò nel rispetto della legge sulla privacy, delle direttive ministeriali ed europee, ma con la convinzione di muovermi, di diritto, per approfondire le specifiche tematiche di cui mi interesso”, scrive in una nota Borromeo, protagonista, negli anni scorsi, di numerose marce per la bigenitorialità con cui ha raggiunto a piedi i palazzi delle istituzioni italiane ed europee.
Lo sapevate che vi è una legge in Italia chiamata 241 che nel 1990 ha cambiato i connotati e il volto della Pubblica Amministrazione e degli Enti territoriali? Questa legge, per chi non lo sa, dice che le iniziative e le attività della Pubblica Amministrazione, devono passare attraverso programmi e piani partecipati, non più attraverso scelte e decisioni discrezionali e di favore. La Pubblica Amministrazione, secondo la legge, deve sempre, quando agisce, rispettare un sacrosanto principio: il diritto uguale per tutti, in modo pubblico e trasparente. La burocrazia, funzionari e dipendenti, deve separarsi dalla politica e gestire la cosa pubblica nel rispetto di principi scritti e regolamentati, come dire che non possono decidere sullo stesso pianerottolo. Quando stanno insieme amministratori e burocrati è altra cosa. Indirizzi e controlli, relazioni e pareri. Mi accompagnerà, nel viaggio, il catechismo che nel 1948 fu scritto ed approvato dai grandi scienziati del diritto italiano: la Carta Costituzionale” e fa riferimento all’articolo 97, che contiene il principio di legalità della pubblica amministrazione. “Entriamo, dunque, nel Tempio, in punta di piedi”.
Borromeo vuole “sapere che cosa succede intorno noi. Abbiamo diritto-dovere di sapere, perché il problema riguarda la società del futuro. Infatti quei minori sono il nostro futuro. La gente, anche da noi ne parla e lo fa sottovoce, e si guarda sospettosa intorno. Allora è il caso di approfondire, di informarsi per tranquillizzarci. Il problema è pubblico, si spendono soldi pubblici e vogliamo tutti rasserenare la coscienza, se possibile. E così ho cominciato il primo contatto col Comune di Vasto con una richiesta che ho protocollato in data 24.10.2019, n. 60424, con oggetto ‘Accesso atti, per informazioni su situazione affidamenti minori ex art 5 D.Lgs 33/2013, sostituito dall’art. 6, comma 1 D.Lgs 97/2016”. Dopo rimandi di giorno in giorno, il 25 novembre” ha ricevuto una risposta, che però non ritiene esaustiva. “Il giorno 27.11.2019, poiché la risposta era incompleta, ho ripresentato un’altra richiesta, prot. 67346. Attendiamo. Intanto la richiesta è a bella vista sui tavoli dei dirigenti”.
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