Oltre 100 grammi di cocaina purissima, 130 grammi di hashish e 8 piante di canapa indiana pronte ad essere immesse sul mercato sono stati sequestrati dagli agenti del commissariato di Lanciano coordinati dal questore di Chieti, Ruggiero Borzacchiello e dal vice questore Lucia D’Agostino nell’operazione “Numero Uno” che prende il nome dalla modalità con la quale, due dei principali indagati, erano soliti definirsi pubblicamente sul profilo Facebook.
9 le ordinanze di misure cautelari emesse dal Gip del tribunale di Lanciano, Massimo Canosa su richiesta del sostituto procuratore Franco Carusi per spaccio di sostanze stupefacenti. La complessa attività della Polizia giudiziaria ha consentito di disarticolare un complesso sodalizio criminale dedicato alla produzion, detenzione, trasformazione e spaccio di sostanze stupefacenti e psicotrope di cocaina, crack, hashish e marijuana e ha visto il coinvolgimento di 18 indagati maggiorenni e di un minorenne deferito alla Procura della Repubblica dei Minori dell’Aquila.
Al termine dell’indagine, durata circa un anno, è risultato che tutti gli indiziati hanno concorso, seppur con apporti diversi e differenti gradi di responsabilità, all’attività di spaccio.
Agli arresti domiciliari sono finiti Gabriele Iacovella, 24 anni, Gasperino Trivilino, 39 anni, Nazario Pio Boscarino, 21 anni, Giuseppe De Benedetto, 52 anni e Andrea Pierini di 40 anni. Provvedimento di di obbligo di dimora nel comune di residenza a carico di Camillo Musa, 38 anni. Obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria per Federico Di Nenno, 23 anni, Giuseppe D’Urso, 40 anni, Willie Emmanuel Toribio Rubel, di 25 anni.
Il leader dell’organizzazione criminale, Federico Irollo, aveva stabilito il centro di coordinamento, direzione e smistamento dell’attività illecita in casa, dove scontava la misura degli arresti domiciliari e, in collaborazione con Ciro Iengo, suo genero, organizzava il traffico di sostanze. Attraverso i collegamenti diretti con la Campania, Irollo approvvigionava la cocaina, la trasformava in crack e ne organizzava lo [mar_dx] spaccio sul territorio frentano e nell’hinterland. I due sono già stati arrestati nel dicembre 2018 e condannati in primo gradi con giudizio immediato ad oltre 6 anni di reclusione e decine di migliaia di euro di multa, tuttora nel carcere di Lanciano.
La peculiarità dell’attività illecita in argomento è stata quella di introdurre sul mercato locale direttamente la cocaina cotta, il cosiddetto crack, una novità per questo territorio sia per la tipologia della sostanza che per l’ottima qualità nonché per la metodologia di preparazione che avveniva utilizzando degli eccipienti quali l’ammoniaca, il bicarbonato e la mannite, prerogativa e caratteristica delle organizzazioni criminali di stampo camorristico.