Una grande manifestazione con cittadini, associazioni di categoria e della caccia sotto la sede della Regione per chiedere interventi nell’emergenza cinghiali che da anni ha forti ripercussioni su agricoltura e incolumità dei cittadini (l’ultimo incidente è di ieri sera, LEGGI). È la posizione unanime uscita dall’incontro di ieri convocato dal sindaco di Lentella, Carlo Moro, al quale hanno preso parte diversi sindaci e amministratori del territorio (San Salvo, San Buono, Fraine, Fresagrandinaria, Palmoli, Tufillo, Liscia, Dogliola, Schiavi d’Abruzzo, Torrebruna, San Giovanni Lipioni, Furci, Celenza sul Trigno, Castelfrentano).
L’obiettivo dell’appuntamento di ieri pomeriggio era lo studio di iniziative comuni da intraprendere per pressare la Regione, competente in materia. Inevitabile lo scetticismo tra i presenti memori di quanto accaduto finora. Nel 2015, i sindaci emisero le ordinanze per consentire l’abbattimento degli ungualati, ma vennero richiamati dall’allora prefetto Antonio Corona [ant_dx]che li convocò a Chieti: “Tre ore di diapositive per poi consigliarci di spiegare ai cittadini come comportarsi quando vedono un cinghiale, di non lasciare l’immondizia fuori dai cassonetti e magari di installare dispositivi luminosi e bande rumorose per avvisare gli automobilisti della presenza dei cinghiali”, il ricordo di chi partecipò.
Il problema è sentito in tutto il territorio, montagna o costa non fa più differenza. “Ce l’abbiamo dentro casa ormai – ha tuonato il sindaco di Celenza sul Trigno, Walter Di Laudo, tra i più convinti per la protesta – La pubblica incolumità è prioritaria, ricevo cittadini inferociti che mi chiedono cosa stiamo facendo per questo problema. Il selecontrollo è una presa in giro: nel mio territorio, in tre anni, sono stati abbattuti 7 cinghiali. Dobbiamo andare a protestare e dare la possibilità alla popolazione di manifestare il proprio scontento; vedesse la Regione come risolvere il problema visto che hanno funzionari competenti”.
Le posizioni principali sono state due: da una parte la protesta sotto la sede della Regione, dall’altra la richiesta di un tavolo preliminare all’assessore all’Agricoltura, Caccia e pesca della Regione Abruzzo, Emanuele Imprudente. “Chiedere un tavolo – hanno sottolineato diversi presenti – sarà una perdita di tempo come tutte le precedenti occasioni con l’assessore Pepe, c’è bisogno di un atto di forza“.
Non sono mancati gli interventi critici sulle pressioni esterne da parte delle associazioni che non contribuirebbero al raggiungimento di una soluzione, come accade per il selecontrollo: “Se io di San Giovanni, ad esempio, vengo chiamato per abbattere cinghiali a Celenza, le squadre di cacciatori del posto non la prendono molto bene”.
Tra le proposte sono state citate l’apertura della caccia durante tutto l’anno, l’apertura delle zone ora chiuse alla caccia e la rimozione del cinghiale tra le specie protette (punto, questo, per il quale è necessario cambiare la legge nazionale): “Siamo diventati noi la specie protetta”, ha chiuso il sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli.
L’assemblea si è sciolta con l’intento di preparare la manifestazione per la prima metà di gennaio con il coinvolgimento dei cittadini dei comuni del Vastese e della Val di Sangro.