“Ho potuto vedere con i miei occhi un topo stecchito in una trappola a colla”, racconta Pietro Smargiassi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, dopo aver visitato la cucina, chiusa dai Nas, dell’ospedale San Pio da Pietrelcina di Vasto. “I locali oggi sono pieni di blatte morte”.
Intanto, prosegue la raccolta di firme del comitato civico L’Arcobaleno, che chiede messa a norma e riapertura, al più presto, della cucina.
La presidente del sodalizio, Angela Pennetta, annuncia: “Se non ci vanno Menna e Tagliente, andremo noi in Procura. Ho già predisposto un accesso agli atti. Ho sentito nella trasmissione Timeout di Zonalocale, Marco di Michele Marisi (segretario cittadino di Fratelli d’Italia, n.d.r.) affermare che la cucina è chiusa dal 2016. Non è così. La cucina era aperta, tant’è che sono stati i Nas a chiuderla. All’interno si cucinavano la pasta, per evitare che arrivasse scotta, i brodini e le pietanze per le diete speciali. Noi andiamo avanti con la raccolta firme e, ora, anche con un’azione legale. Facciamo questa battaglia per le persone che non possono permettersi la sanità privata”.
Smargiassi: “Raccapricciante” – “Uno spettacolo raccapricciante per cui vogliamo immediate spiegazioni, sia dalla ditta che deve occuparsi del servizio ristorazione, e quindi anche della pulizia dei locali seppur non in uso in questo momento, sia dalla Asl poiché siamo all’interno di un ospedale pubblico”, sottolinea Smargiassi. “Ci hanno riempito la testa con la necessità di esternalizzare il servizio cucina poiché i locali erano vecchi e giudicati dai Nas non idonei. Ci hanno parlato di risparmi e riduzione dei costi. Ma quello che non ci hanno detto è che il servizio cucina al San Pio di Vasto è stato interrotto probabilmente perché tutto è stato abbandonato all’incuria consentendo a scarafaggi e topi di banchettare in libertà. Ricordiamo che le cucine non sono in un locale separato dalla struttura, ma adiacenti al reparto dialisi in cui tanti pazienti si recano per le cure quotidianamente. La salubrità dei locali è una responsabilità della stessa ditta che oggi prepara i pasti nella struttura di Lanciano e poi li porta al San Pio. Ci dicano cosa ha portato questi locali a un così grave stato di abbandono. Non vogliamo pensare che la volontà di esternalizzare il servizio, per motivi ancora ignoti, abbia portato ad un voluto abbandono dei locali. Sarebbe gravissimo e sicuramente non accettabile”.
“Io – ricorda Smargiassi – ho visto spesso il personale lavorare e fare enormi sforzi per mantenere pulita una cucina vecchia che necessitava di ammodernamento, oggi appena il servizio è stato interrotto è uscito tutto quello che si nasconde tra le mura del San Pio e non è un bello spettacolo. Chiediamo, quindi, che venga immediatamente attuato tutto quanto necessario per sterilizzare e bonificare i locali perché sono parte dell’ospedale e adiacenti ad altri reparti. Chiediamo che subito dopo la bonifica, che comunque dovrà essere fatta, il servizio venga reinternalizzato poiché in una struttura pubblica le possibilità di controllo sono più ampie anche per i consiglieri regionali e per organi di controllo pubblici, che invece non hanno libero accesso in cucine private. A questo proposito chiediamo pubblicamente che siano aperte le porte della struttura di Lanciano in cui provvisoriamente si preparano i pasti per il San Pio”.
[mic_sx]