Marie Hélène Benedetti, da oggi, non mangia e non beve. L’ultimo tentativo di evitare la protesta plateale è andato a vuoto.
La partenza – “Sto andando a Pescara a fare lo sciopero della fame e della sete”, dice oggi, pochi minuti prima delle 13, la mamma di Thomas, il bambino autistico di 3 anni per il quale una sentenza del Tribunale di Vasto ordina cure in città senza continui e, di conseguenza, costosi viaggi a Pescara. La donna, come ha spiegato la scorsa settimana in un’intervista a Zonalocale [VIDEO], ritiene che la struttura cui il figlio era stato assegnato non sia idonea per il tipo di autismo da cui è affetto e chiede l’affidamento a un altro centro.
Marie Héléne ha parlato con Dario Verzulli, presidente dell’associazione Autismo Abruzzo Onlus, che si è recato nella sede del Distretto sanitario di base di Vasto, dove “non sono state accettate – afferma la signora Benedetti – le modalità indicate dall’assessora regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, per la presa in carico di mio figlio. Non andrò via di lì fino a quando non avrò la presa in carico di mio figlio fra le mani”. Sul suo profilo Facebook, nell’annunciare la protesta, scrive: “Non mi telefonate, ho bisogno della batteria del cellulare”.
Lo sciopero – Arrivata a Pescara, la donna ha preso il megafono e ha iniziato, in diretta su Facebook, a protestare davanti alla sede dell’assessorato regionale alla Sanità: “Sono una mamma. La mamma di un bambino autistico. Mio figlio ha bisogno di terapie”, ha detto. “Ho la sentenza di un Tribunale tra le mani. Il Tribunale ordina alla Asl Lanciano-Vasto-Chieti di prendere in cura mio figlio. Questa sentenza di Tribunale è datata 13 settembre. Mio figlio non è stato preso in cura dal 13 settembre dalla Asl e io sono qui a fare lo sciopero della fame e della sete ad oltranza, fino a quando la Asl di Lanciano-Vasto-Chieti non mi metterà in mano la presa in carico per mio figlio”. “Mio figlio ha il diritto a queste cure e non ci vorrebbe la sentenza di un Tribunale, eppure c’è voluta. Nonostante la sentenza di un Tribunale, mio figlio, a dicembre, è senza cure. Ho già avvisato da parecchio che avrei fatto questo gesto. Dall’11 novembre hanno promesso che avrebbero fatto la presa in carico. Nessuno ha fatto niente. L’assessora Nicoletta Verì ha ordinato alla Asl di procedere, ha indicato loro il modo migliore per procedere. Nessuno della Asl ha fatto niente”, sostiene Marie Hélène Benedetti: “Mio figlio, con una attività riabilitativa intensiva e precoce, potrebbe recuperare e arrivare al passo con i suoi coetanei. E, invece, la Asl sta perdendo del tempo prezioso”.
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