Nella panoramica degli investimenti che possiamo considerare quando pensiamo ai nostri risparmi, ci sono le polizze a contenuto finanziario, le cosiddette Unit Linked.
Ma che sono? E a che servono?
Sono polizze a larga diffusione in tutto il mondo, le emettono le compagnie assicurative, e le distribuiscono anche le Banche.
L’andamento finanziario di queste polizze, cioè il loro rendimento, dipende dal rendimento complessivo dei prodotti d’investimento che le compongono.
Immaginiamole come dei contenitori, al cui interno vi sono panieri di titoli, cioè i Fondi Comuni d’Investimento, ottimi, perché garantiscono la migliore diversificazione.
Dentro le polizze ci sono azioni e/o obbligazioni, in misura a volte predefinita e fissa, a volte modificabile nel tempo dal consulente finanziario, che opera gli opportuni interventi a seconda dei momenti di mercato.
Questi titoli sono gli stessi che possiamo sottoscrivere fuori da questo contenitore.
Si possono comprare le obbligazioni societarie, quelle governative con i titoli di Stato di tutti i Paesi del mondo, le azioni delle Banche, quelle delle società come Apple, Samsung, oppure quelle cinesi, indiane, giapponesi, americane, europee, le piccole, o le grandi, proprio tutto.
Il consulente finanziario sceglierà quali, quanti e in quale misura.
Offrono rendimenti molto interessanti, a seconda di come queste polizze vengono costruite. Infatti non sono tutte uguali, cambia la compagnia assicurativa, e la composizione interna dei Fondi.
Non scadono e si possono disinvestire in qualsiasi momento.
Ma il contenitore a che serve?
Il contenitore è la veste assicurativa, e qui non ci si capisce niente.
Scherzavo.
La veste assicurativa è un di più.
Serve a dire che, se muoio, quei soldi che stanno lì dentro dovranno andare a chi dico io, e questo è tutto scritto e sottoscritto nel contratto, per cui l’assicuratore, al verificarsi della morte dell’assicurato, s’impegna a versare quelle somme ai beneficiari da me designati.
Posso anche cambiare i beneficiari nel tempo, se ci ripenso.
La sottoscrizione di una polizza di questo tipo comporta altri vantaggi, tra questi vi sono benefici fiscali, complicati da spiegare adesso, ma benefici.
Queste polizze, in determinati casi, sono impignorabili e insequestrabili.
Il beneficiario che riceve le somme, alla morte dell’assicurato, non paga in nessun caso le tasse di successione, che attualmente ammontano all’8%, se si tratta di persona non legata da vincolo di parentela con l’assicurato.
Ad esempio, su una polizza di 300.000 euro questo beneficiario NON pagherà la tassazione di € 24.000, che è parecchio direi..
Le somme, inoltre, non entrano a far parte dell’asse ereditario, nel senso che non fanno cumulo con i beni che vanno in successione.
Questo è importante perché, se il patrimonio che trasmetto supera 1.000.000 di euro, tra denaro e immobili, allora i miei eredi pagheranno le tasse sull’eccedenza.
Ma allora conviene sottoscrivere sempre polizze Unit Linked?
Che dice il consulente finanziario?
Dice di no.
Dice che le polizze Unit Linked vanno fatte SOLO quando servono, perché l’ombrello si apre solo sotto la pioggia, altrimenti è inutile.
Se ho bisogno di tutti quei vantaggi di cui ho parlato, allora sottoscrivo di corsa questa polizza.
Se invece non ne ho bisogno, allora quegli stessi prodotti che compongono quel contenitore, li compro lo stesso perché rendono benissimo, ma fuori dal contenitore.
Tutto ciò perché la veste assicurativa, cioè questo contenitore protettivo, ha un costo.
Per questo motivo lo acquisto se ne ho bisogno, e lo faccio volentieri, perché davvero mi protegge.
In conclusione, prima di acquistare una polizza Unit Linked, è necessario analizzare la propria situazione patrimoniale soprattutto in relazione alla materia successoria, e verificare se e come aprire l’ombrello.
Ossequi.
Carmela Minelli, consulente finanziario
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