No alla birreria nel mercato coperto del centro storico di Vasto. A esprimere una netta contrarietà è Alessandro d’Elisa (gruppo misto), vice presidente del Consiglio comunale.
“La Giunta Menna – scrive in un comunicato l’esponente del centrodestra – non può consentire che il piano terra del mercato Santa Chiara, attualmente in concessione all’Ati, associazione temporanea d’imprese Confesercenti e CIA, inizialmente destinato alla vendita dei prodotti ittici locali diventi un luogo, nel centro storico, dove attrarre folle per consumare alcolici, anche in considerazione delle ultime richieste di attenzione e sensibilità rivolte dai parroci delle parrocchie di Santa Maria Maggiore e San Giuseppe, pienamente condivise dallo scrivente e auspicabili per il bene di tutti.
A tal fine ho presentato, questa mattina, una mozione che impegna il sindaco e la Giunta a dire no all’apertura di una nuova birreria/pub/pizzeria prevista nel progetto di riqualificazione dell’area
presentato dall’ATI ed approvata dall’amministrazione comunale Menna con delibera di Giunta numero 233 del 30 agosto 2019.
Ritengo che nessun indugio deve avere l’amministrazione comunale nella pianificazione territoriale e commerciale della città e del centro storico. Si favoriscano progetti sostenibili capaci di valorizzare le attività culturali, turistiche, ricettive ed anche culinarie tipiche delle tradizioni vastesi.
Sarebbe opportuno e condivisibile che al piano terra del Mercato Santa Chiara, in continuità con la destinazione d’uso storica, possano insediarsi anche attività commerciali e di ristorazione, ma le stesse devono essere tipiche della cucina locale capaci di favorire la degustazione dei prodotti nostrani ittici, pescati a chilometro zero e forniti dalla piccola pesca locale.
In tema di pianificazione e destinazione delle strutture pubbliche il sindaco Menna e la Giunta non hanno nessun diritto di spogliare il Consiglio comunale delle proprie competenze affidandosi alle sole attività di un dirigente del settore commercio nominato a staff dal sindaco.
Mai le strutture pubbliche cittadine devono essere affidate, anche in maniera indiretta, a singoli privati cittadini che inevitabilmente si traducono in attività concorrenziali a quelle di privati che fanno tanti
sacrifici, con le proprie risorse fisiche ed economiche, per andare avanti”.
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