“Cavalli”, “birra, vino, bistecca, caffè”, oppure “completino del Foggia”. Gli investigatori sono convinti che queste parole fossero parte di un linguaggio in codice usato per un traffico di droga che coinvolgeva sei regioni: Puglia, Abruzzo, Calabria, Molise, Lazio e Piemonte.
Ventiquattro ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite oggi dalla Squadra Mobile polizia e finanza nell’ambito di un’indagine ad ampio raggio coordinata dalla Dda di Bari.
In Abruzzo, l’ordinanza di custodia cautelare riguarda Francesco Ricci, 49 anni, Antonio Valerio Pietrosanto, 51, Bruno Di Nenno, 66 anni originario di Lanciano e residente a San Salvo, e Alessio Maccarone, 43 anni, di Vasto.
Gli inquirenti ritengono che il fulcro del traffico di droga e armi fosse la provincia di Foggia e, in particolare, il Gargano. Agli arresti sono finiti esponenti di spicco dei clan Li Bergolis e Bayan-Papa-Ricci che, secondo la Direzione distrettuale antimafia, erano in rapporti d’affari con il clan calabrese Pesce-Bellocco, attivo in Calabria e a Torino, con organizzazioni camorristiche di Castellammare di Stabia e Pompei, ma anche con spacciatori appartenenti a gruppi di Lucera e Monte Sant’Angelo. L’attività di copertura individuata da magistratura e forze dell’ordine era la compravendita di automobili, di qui il sequestro di due concessionarie, oltre a 10 immobili, 3 auto e 63 rapporti finanziari per un valore complessivo di 2 milioni di euro.
L’investigazione, condotta dai poliziotti della Squadra mobile di Foggia e dai finanzieri del Gioco di Bari con pedinamenti, intercettazioni, telecamere e droni, avrebbe preso il via dal sequestro di oltre 20 chili di droga eseguito nel 2015 a Lucera e avrebbe consentito di ricostruire i presunti legami tra diversi gruppi criminali del Foggiano. I fatti contestati riguardano il periodo 2015-2016.
Delle 24 persone coinvolte, 13 sarebbero state clienti-pusher pugliesi, molisani e abruzzesi riforniti dal clan di Lucera.
[mic_sx]