La festa di San Michele non non può “ridursi ad un raduno di folle che consumano solo alcol”. E si evitino, in futuro, “continui tagli o deviazioni per necessità dell’ultimo momento” al percorso della processione in onore del patrono di Vasto, perché “è necessario innanzitutto dare priorità alle esigenze religiose e cercare le formule poi possibili per le allocazioni necessarie a giostre e bancarelle”.
È un’accorata lettera di due sacerdoti della città antica chiederlo, con l’obiettivo di scuotere le coscienze dei pubblici amministratori. La missiva dei parroci della cattedrale di San Giuseppe, don Gianfranco Travaglini, e di Santa Maria Maggiore, don Domenico Spagnoli, è rivolta a tutti: al sindaco, Francesco Menna, ad assessori e consiglieri comunali di tutte le bandiere politiche. Un appello, tengono a precisare gli autori, “senza alcuna vena polemica”.
La lettera – “Come parroci del centro storico – scrivono don Gianfranco e don Domenico – a più di un mese dalla festività del nostro Patrono San Michele Arcangelo, ci permettiamo di farle pervenire questa lettera frutto di ascolto della nosrra gente e dettata dal puro spirito costruttivo di chi ha a cuore la bellezza della città e la vita dei giovani, che non sono solo il nostro futuro ma anche e soprattutto il presente.
Non vorremmo in alcun modo che queste righe fossero strumentalizzate né da destra né da sinistra, visto che la nostra preoccupazione principale è quella di spronare tutti (maggioranza e minoranza) ad una presa di coscienza sui problemi, sui quali non possiamo chiudere gli occhi. Ci permettiamo, perciò, come parroci, di riportare l’attenzione sul patrimonio del Centro Storico a partire dalla sua vivibilità. La ragione che ci spinge a scrivere è unicamente educativa sapendo che abbiamo tutti il dovere di indirizzare, orientare e incoraggiare le persone – e soprattutto le nuove generazioni – ad un futuro sostenibile.
Sottoponiamo perciò alla sua attenzione due tematiche. La prima riguarda la recente iniziativa della Notte Bianca in occasione della festa di San Michele. Queste iniziative che nascono per far riscoprire le bellezze della città per coloro che non riescono ad apprezzarle di giorno, non possono più ridursi ad un raduno di folle che consumano solo alcool. La stessa musica che si propaga attira certamente una porzione del mondo giovanile, ma inevitabilmente” sottopone, scrivono i due parroci, “persone e cose (e le nostre chiese sono monumenti per tanti aspetti fragili) a sollecitazioni insostenibili. Non intendiamo sostenere che si debbano proibire le notti bianche, ma che si dovrebbero trovare – ormai dopo tanti anni – delle formule rispettose del Centro Storico e modulate sulle famiglie senza incoraggiare banalmente il filone dell’eccesso. Si dovrebbe osare una notte adatta alla realtà artistica e culturale custodita nel centro in cui a risuonare dovranno essere i percorsi culturali (musica, architettura, arte in genere, letture, sapori antichi…) e non una serata ‘asettica’ senza alcuna progettualità riferita al territorio. Queste formule musica-alcool si trovano già nei luoghi (discoteche, locali notturni, spazi aperti a Vasto Marina) preposti a quelle notti.
L’altra attenzione da avere in occasione delle celebrazioni della festa dell’Arcangelo Michele è la ragion d’essere di questo ritrovarsi. Qui si inserisce il secondo motivo della lettera. La nostra Città si è affidata a questo Patrono in occasione di diverse epidemie, e l’Amministrazione Comunale da secoli prepara queste giornate in segno di gratitudine. È in forza di questa ragione che ci permettiamo di chiedere una maggiore attenzione alla priorità da dare alle esigenze religiose su tutto ciò che – legato ai festeggiamenti e alle diverse attività commerciali di quei giorni – non può condizionare le esigenze di culto.
Senza alcuna vena polemica, ma per chiedere rispetto a quanto rappresenta un segno della religiosità di un Popolo, crediamo sia giusto che il percorso della Processione – richiesto e comunicato con anticipo dalla comunità ecclesiale – abbia la precedenza su ogni ulteriore e diversa destinazione allo stesso attribuita; senza dover più essere costretti a continui tagli o deviazioni per necessità dell’ultimo momento.
E’ necessario innanzitutto dare priorità alle esigenze religiose e cercare le formule poi possibili per le allocazioni necessarie a giostre e bancarelle. In occasione di questa festività, infatti, non ci sarebbe un tale afflusso di gente senza l’attrattiva del Patrono: proprio per questo è doveroso offrire una maggiore attenzione alle esigenze di culto senza perdere di vista il senso del nostro ritrovarci in quei giorni.
Consegnandole questa lettera, ribadiamo ancora che non scriviamo contro qualcuno, ma per il bene di tutti. È apprezzabile infatti il lavoro delle forze dell’ordine, in modo più marcato in quest’ultimo periodo, nell’assicurare una maggiore presenza di pattuglie sul territorio e se ne percepisce subito il beneficio. Occorre però pensare insieme, politici, esperti del settore, cittadini, quale idea lanciare per una vivibilità del Centro Storico. Occorre suscitare una maggiore collaborazione tra le attività commerciali presenti sul territorio (per tanti aspetti anche necessarie) e i sempre meno numerosi cittadini, fondamentali custodi del patrimonio del Centro. È possibile trovare, e doveroso cercarlo, un percorso in cui, rispettando tutti di più le regole già esistenti riguardanti gli orari, i decibel, la vendita di alcolici, si possa restituire decoro e serenità alla Città a vantaggio di tutti i cittadini. Ci auguriamo che le nostre povere parole possano servire a far riflettere a a suscitare un serio tavolo di lavoro per trovare una via che valorizzi sempre di più la bellezza della nostra Città, che ha bisogno però di cittadini che siano sia tutelati che motivati alla corresponsabilità. Vorremmo facilitare una cultura della convivenza pacifica e incoraggiare una riflessione su questi temiurgenti per il futuro del nostro vivere civile in questo Centro Storico, ancora fondamentale cuore attrattivo della nostra Città”.