La sala emodinamica è già in funzione all’interno dell’ospedale di Vasto, ma, probabilmente, comitati e cittadini non ne hanno preso ancora coscienza. A metterlo nero su bianco è il documento sulla Rete ospedaliera 2019-2021 inviato a fine ottobre dalla Regione Abruzzo al Ministero.
GIOCO DI PAROLE – Confrontandolo con quello della passata giunta regionale, per quanto riguarda l’ospedale vastese, le differenze sono poche. Si legge a pagina 49, “Nello specifico si prevede di individuare n. 9 Cardiologie e n. 6 Emodinamiche“: il “+1” rispetto all’anno scorso è proprio riferito a Vasto. Peccato che i facili entusiasmi vengano smorzati qualche rigo dopo dall’aggettivo “Diagnostica”.
“Emodinamica diagnostica”, ovvero l’espediente lessicale al quale il direttore della Asl Lanciano Chieti Vasto, Thomas Schael, aveva già fatto ricorso nella conferenza stampa di qualche [ant_dx]settimana fa tenuta in ospedale insieme all’assessore Nicolettà Verì. Un’espressione, questa, che aveva fatto infuriare alcuni cittadini presenti. Questo nuovo servizio partirà grazie all’attivazione della Tac a 128 strati per la quale stanno terminando i lavori di adeguamento dei locali che dovranno ospitarla (altra vicenda caratterizzata da incredibili ritardi).
L’EQUIPE DA CHIETI SU RICHIESTA –Il macchinario (che arriverà al posto dell’annunciato modello meno performante a 64 strati) era stato presentato come “in grado di fare anche da emodinamica diagnostica” che “consentirà una diagnostica certa, dandoci il tempo per portare il paziente nel miglior centro possibile” (quindi continuerà a non essere possibile operare al “San Pio”).
A Vasto però si attende da anni quella interventistica (sulla quale si giocano periodicamente le campagne elettorali): una sala fornita da medici specializzati in grado di ridurre la mortalità e i danni da infarti e altre patologie tempo dipendenti. Nel documento si legge che il personale arriverà su richiesta da Chieti: “Presso il P.O. di Vasto è attualmente attivo un Servizio di Emodinamica con funzioni diagnostiche reso operativo dalla dislocazione al bisogno di una équipe proveniente da Chieti“. Resterebbe poi da capire a cosa si riferisce l’espressione “attualmente attivo”, considerato che il macchinario non è ancora entrato in funzione.
L’ACCORDO COL MOLISE – Nel documento si fa infine riferimento all’eventuale accordo di confine con il Molise mettendo sul tavolo quella che ora è solo una voce di corridoio: la “ventilata disattivazione della Emodinamica al momento operante presso il viciniore P.O. di Termoli” che consentirebbe “di implementare le attività di Emodinamica presso il P.O. di Vasto, rispondendo così ad una logica di ottimizzazione dell’offerta su scala inter-regionale”. Cosa vuol dire? L’emodinamica diagnostica a Vasto (che non è quella che si chiede da anni) e quella vera, interventistica, a Termoli?
AGGIORNARE LO SLOGAN – Insomma, le sale interventistiche restano dove sono: Chieti, Pescara, Teramo, L’Aquila e Avezzano. Anche perché con questo assetto “oltre il 95% della popolazione si trova ad una distanza percorribile in meno di due ore da un centro di emodinamica” secondo la Regione.
Per Vasto restano chiare le parole di Schael in conferenza stampa: “I numeri non ci sono, il ministero non accetterà mai un’emodinamica a Vasto se non ci sono i numeri. Se non chiude quella di Termoli a Vasto non si farà mai”.
Tutto fa pensare che nella discussione politica l’espressione “emodinamica diagnostica” diventare presto un tormentone. A comitati e cittadini non resta che aggiornare il proprio slogan: “Vogliamo l’emodinamica interventistica a Vasto”.