Il giudice del tribunale dei minori dell’Aquila ha concesso due anni e mezzo di messa alla prova a 6 giovani coinvolti nei casi di stupro di gruppo e ricatti hard scoperti dai carabinieri di Vasto dopo la denuncia di una delle vittime, anch’essa minorenne. I filoni dell’indagine sono due e le indagini coinvolsero complessivamente 8 ragazzi.
La vicenda – fatti accaduti a Vasto – fu portata alla luce nella primavera 2018, come detto, dai carabinieri coordinati dal maggiore Amedeo Consales [LEGGI]. Secondo quanto ricostruito dai militari, due ragazzine erano costrette a subire rapporti sessuali per evitare che filmati e foto degli stessi venissero diffusi dai propri aguzzini. Il tutto si protrasse per due anni.
[ant_dx]Uno dei minori all’epoca dei fatti era il fidanzato di una delle due vittime ed era accusato di organizzare gli incontri. Per lui (assistito dall’avvocato Antonello Cerella) e altri cinque minori (rappresentati dagli avvocati Gianni Menna, Roberto Cinquina, Roberto Cordisco, Nicola Artese e Sabatino Besca) la giudice Cristina Tettamanti ha concesso due anni e mezzo di messa alla prova: potranno continuare a studiare o lavorare e per due anni e mezzo dovranno prestare servizio in enti e associazioni riconosciuti e indicati dalla magistratura.
Un altro giovane indagato di Paglieta non ha chiesto la messa alla prova e sarà giudicato in tribunale. Assistito dal legale Massimo Biscardi, vuole dimostrare di essere estraneo alla vicenda. Scagionato, infine, il minorenne di San Salvo (a rappresentarlo era l’avvocato Vincenzo Chielli).