Il viadotto non s’ha da fare. Il Comune di Vasto non vuole la variante progettata dall’Anas, che sposterebbe di poche centinaia di metri (in alcuni punti anche di poche decine) la statale 16.
Nel mirino dell’amministrazione comunale soprattutto il ponte progettato dai tecnici della società che gestisce le strade statali: un cavalcavia che, dal litorale di località Trave, scavalcherebbe l’Istonia (la strada provinciale che collega la città alta a Vasto Marina) e porterebbe lo smog a ridosso della balconata orientale del centro storico. Una soluzione, quella proposta dall’Anas, osteggiata non solo da Giunta e maggioranza, ma anche dall’opposizione.
Un progetto finanziato con 87 milioni di euro, ma il Comune di Vasto vuole cambiarlo, tornando a sostenere la costruzione di una tangenziale che aggiri l’intero centro abitato. Venerdì scorso l’assessore ai Lavori pubblici, Giuseppe Forte, ha “parlato con l’ingegner Claudio Bucci dell’Anas”, racconta. “In settimana andrò a un incontro sulla variante”. Nella speranza che, dai progettisti della società, non arrivi un ulteriore no. Secondo i tecnici Anas, la nuova carreggiata ipotizzata dall’amministrazione Menna sarebbe troppo distante dal litorale, allungherebbe i tempi di percorrenza e, di conseguenza, rimarrebbe inutilizzata dagli autotrasportatori, che continuerebbero a usare l’attuale litoranea. “Per evitare questo – ha replicato Forte – il Comune istituirebbe, sulla strada attuale, un divieto di transito ai mezzi pesanti, con conseguente obbligo di percorrere la nuova arteria”.
Una soluzione va trovata in tempi brevi. Per evitare che gli 87 milioni di euro vengano spostati su qualche altro tratto della statale 16. Sulla costa teramana, ad esempio, dove pure la variante è attesa da decenni.
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