È dura l’analisi del movimento civico Progetto Lanciano sulla situazione sanitaria abruzzese è quanto affermano il responsabile politico Giacinto Verna, il coordinatore cittadino Daniele Pagano e il capogruppo consiliare Arturo Di Corinto.
“In Abruzzo, dal settembre 2008 – dichiara Arturo Di Corinto – la programmazione sanitaria è, di fatto, gestita da organismi tecnici, ministeriali e regionali, tavoli e apparati di controllo economico-finanziario. In sostanza, esperti e tecnici abruzzesi, sulla scorta delle indicazioni preventive del tavolo romano, scrivono il compitino e lo spediscono a Roma. A Roma, i professori correggono, cancellando e integrando, rispediscono il testo, emendato e definitivo, in Abruzzo e qui il Commissario, fino al settembre 2016, o la Giunta, oggi, approvano e pubblicano, mentre la politica tutta, maggioranza e opposizione, interroga, interpella, presenta mozioni, accusa o difende, ma poi accetta di subire perché tanto decidono a Roma”.
Progetto Lanciano aveva analizzato attentamente le ultime proposte di riordino della rete ospedaliera insieme con il testo dell’accordo di programma sull’ipotesi di costruzione di un nuovo ospedale a Lanciano, e seppur individuando alcune criticità e l’assenza di un crono programma esecutivo, esprimeva un assenso di massima sulle linee di indirizzo. “Ma, nell’ultima seduta di consiglio regionale, – dice il coordinatore cittadino, Daniele Pagano – l’assessore alla sanità Veri ha fatto intendere di voler rivalutare attentamente la necessità di costruire nuovi ospedali, bloccando il piano e di fatto decretando l’abbandono della sanità lancianese e di tutto il territorio”.
“L’assessore alla sanità – continua Giacinto Verna – ci dice di avere inviato a Roma, dopo le randellate del tavolo di monitoraggio del 30 luglio 2019 (verbali che dovrebbero essere pubblicati sul sito della Regione ma non ci sono), un programma operativo per i prossimi tre anni che dà linee di indirizzo sulla rete ospedaliera, a cui si aggiunge il piano di rientro economico. A a tal proposito – precisa Verna – dal tavolo di monitoraggio non vi è stata alcuna risposta, sulla sorte dei piccoli e medi presidi regionali, così anche sulla creazione dei Dea di II livello con i super ospedali Pescara-Chieti e dell’Aquila-Teramo)”.
Progetto Lanciano esige perciò risposte concrete a questi interrogativi, interrogativi che non rispondono a logiche di campanile perché i campanili rischiano sempre di essere piramidi nel deserto. “Lla creazione di un DEA di secondo livello Chieti-Pescara è ipotesi realisticamente praticabile nel breve periodo? Se sì, quale [mar_dx] assetto si prefigura per i DEA di primo livello di Lanciano e Vasto e per gli altri presidi o stabilimenti, reali o eventuali? – chiede il movimento frentano – Quale è il ruolo del DEA di primo livello, nell’ipotesi molto realistica di persistenza dell’assetto attuale? Bloccare il piano significa cancellare o rimandare all’infinito? In conclusione, – chiude la nota di Progetto Lanciano – il nuovo programma operativo sarebbe il quinto e segnerebbe l’assenza della “politica” regionale fino al 2022 con la conseguente morte per eutanasia della sanità regionale abruzzese”.