“Oggi la guerra in armi ha ceduto il passo ad una guerra sotto traccia, che si serve della tecnologia per nascondersi, per instillare odio e generare contrapposizioni: è, pertanto, una guerra più insidiosa e difficile da combattersi, uno scontro non più in campo aperto, ma condotto, spesso, dietro tastiere e social media”. Il sindaco di Vasto, Francesco Menna, dice no a intolleranza e rancori diffusi tramite Internet. Lancia il suo messaggio agli alunni presenti alla commemorazione del 4 Novembre.
È la Festa dell’Unità nazionale e delle forze armate; si celebra nella data dell’armistizio di Villa Giusti, che, entrando in vigore il 4 novembre del 1918, pose fine alla Prima Guerra Mondiale. Davanti al Monumento ai Caduti sono radunati, in piazza Caprioli, i rappresentanti delle istituzioni civili, di polizia (commissario Rosetta Di Santo), carabinieri (tenente Luca D’Ambrosio), finanza (capitano Marco Foladore) e guardia costiera (tenente di vascello Francesca Perfido), le associazioni combattentistiche, d’Arma e delle forze dell’ordine in congedo. Sul palco, a dare la loro testimonianza di consapevolezza dell’importanza della ricorrenza, i ragazzi della Scuola Rossetti.
Prima di arrivare in piazza Caprioli, il corteo aveva attraversato il centro storico per far tappa sulla panoramica via Adriatica per la deposizione, dinanzi al Cippo ai Caduti del Mare, di una corona d’alloro. Poi, al termine della sfilata, la seconda deposizione, ai piedi del Monumento ai Caduti.
“La Costituzione Italiana, nata dalla Resistenza – ricorda Menna – ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie, privilegia la pace, la collaborazione internazionale, il rispetto dei diritti umani e delle minoranze. Oggi la guerra in armi ha ceduto il passo ad una guerra sotto traccia, che si serve della tecnologia per nascondersi, per instillare odio e generare contrapposizioni: è, pertanto, una guerra più insidiosa e difficile da combattersi, uno scontro non più in campo aperto, ma condotto, spesso, dietro tastiere e social media. Lo abbiamo visto, nei giorni scorsi, in occasione della proposta di istituzione di una Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, promossa dalla senatrice a vita Liliana Segre, cittadina onoraria della nostra Vasto, a cui rinnoviamo la vicinanza e la stima più profonde. Anche in questa circostanza, del tutto apartitica, le forze politiche non hanno inteso convergere sulla necessità, soprattutto per i tanti giovani, di dover monitorare, e contrastare, la deriva di svilimento del patrimonio di valori collettivi su cui si fonda la nostra Repubblica: riflettere sulla ‘libertà di odiare’ è un dovere per chi è istituzione democratica. Cari concittadini, ciascuno di noi è chiamato ad impegnarsi personalmente, nei propri ambiti di vita e di passione, nel ricorso di quanto accade, in anni lontani, a causa di uomini che usavano stabilmente la forza quale arma di prevaricazione ed annientamento dell’avversario. Pensiamo – e realizziamo – un mondo libero dal peso di ogni guerra: possiamo farlo – parafrasando Liliana Segre – ‘curando la democrazia, facendone un bene personale. E non avendo paura’”.
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