L’Abruzzo faccia come la Toscana, che il 28 ottobre ha autorizzato la caccia al cinghiale anche nelle aree non vocate.
Dopo l’approvazione della nuova normativa toscana e la diffusione dei dati della Asl Lanciano-Vasto-Chieti sugli incidenti causati dagli ungulati, torna a chiedelo Michele Bosco, presidente dell’associazione Terre di Punta Aderci: “Avevamo chiesto di consentire la caccia al cinghiale anche nelle cosiddette aree non vocate, ossia quelle sotto i 300 metri d’altitudine, ciò che ora viene consentito dalla Regione Toscana. Chiediamo alla Regione Abruzzo di adottare le medesime regole, aggiungendo anche un’altra nostra richiesta: autorizzare l’installazione dei recinti di cattura anche dentro le aree protette. Sono previsti dalla legge quadro sulle riserve, ma non sono stati mai autorizzati per via di numerosi ricorsi al Tar. In aree come la Riserva naturale di Punta Aderci ci sono numerosi ettari di campi coltivati che vengono continuamente devastati dai cinghiali. Per questo è necessario, visto il divieto di caccia nelle zone protette, permettere la cattura dei cinghiali che, in caso contrario, continueranno a saccheggiare le nostre campagne con danni enormi per gli agricoltori”.
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