Nave contro la piattaforma, due feriti in mare, l’incendio e la dispersione di idrocarburi in mare. Non era uno scenario semplice quello che questa mattina la Guardia Costiera di Ortona ha dovuto fronteggiare nel corso dell’esercitazione per il contrasto all’inquinamento marino nel campo di coltivazione idrocarburi Rospo Mare, gestito dalla Edison. In modo particolare l’esercitazione si è svolta nell’area della piattaforma Rospo Mare C, antistante la costa di Vasto.
L’attività di contenimento e recupero dell’idrocarburo sversato si è svolta sotto il coordinamento della capitaneria di porto di Ortona con l’ausilio di tre unità navali della Guardia Costiera, di un battello disinquinante della società Castalia che opera per conto del Ministero dell’Ambiente, di un Supply Vessel con capacità antinquinamento della Edison operante nel campo nonché dell’elicottero AW139 della Guardia Costiera dislocato presso il 3° Nucleo Aereo della Guardia Costiera di Pescara e di un ulteriore elicottero della società Edison, entrambi decollati da Pescara. Le unità specializzate intervenute hanno operato con a bordo squadre composte da tecnici specializzati per il contenimento ed il trattamento del materiale inquinante.
[ads_dx]Dopo la collisione la prima azione è stata quella di recuperare i feriti, portati dapprima sul rimorchiatore e poi trasferiti sulla motovedetta della guardia costiera di Vasto, arrivata nel campo Rospo Mare con personale sanitario a bordo. Poi l’attenzione si è concentrata sullo spegnimento dell’incendio e, infine, sull’identificazione del liquido sversato in mare e il suo contenimento attraverso il dispiegamento in mare di 200 metri di panne.
“L’attività, che si è protratta per oltre 2 ore, ha prodotto risultati più che soddisfacenti anche in considerazione della complessità dell’intervento che si è dovuto attuare nei pressi di tale tipologia di impianto di estrazione e che ha visto operare numerosi mezzi di diversi Enti – ha commentato il capitano di fregata Cosmo Forte, comandente della capitaneria di Ortona -. Tali situazioni di emergenza devono poter essere necessariamente gestite secondo altissimi standard di professionalità e sicurezza che possono essere mantenuti e verificati solo ipotizzando scenari complessi come quello proposto proprio al fine di non lasciare nulla al caso”.
L’esercitazione ha avuto esito positivo. “Tutte le misure a tutela dell’ambiente e delle persone sono entrate in funzione regolarmente – dichiara Pio Sarracco, direttore del distretto operativo di Sambuceto di Edison Exploration and Production -. Si tratta di occasioni molto utili per testare insieme alla Capitaneria di Ortona il piano antinquinamento e le procedure da attivare in caso di emergenza. Esercitazioni che svolgiamo periodicamente sul campo e che confermano la validità delle nostre attrezzature e dei nostri sistemi di sicurezza. L’intero campo – continua Sarracco – è sorvegliato 24 ore su 24 da un sistema di telecontrollo a terra nella base di Santo Stefano, da cui è possibile arrestare la produzione in qualsiasi momento. Sono previsti sia arresti d’urgenza che sigillano il giacimento sul fondo del mare, sia l’attivazione delle pompe antincendio su tutto l’impianto in caso di fuoriuscita di idrocarburi. Lo stesso sistema di arresto è presente sulle piattaforme e l’intervento di emergenza è possibile anche dalla FSO Alba Marina”.
La sicurezza delle persone e dell’ambiente è una priorità per Edison Exploration & Production che in tutti i suoi impianti utilizza le migliori tecnologie disponibili a tutela del territorio e della popolazione. E’ un impegno connaturato alla nostra attività che si declina anche in esercitazioni di crisi che effettuiamo periodicamente: da oltre 10 anni facciamo circa 2 simulazioni all’anno. L’esercitazione del 29 ottobre, realizzata sotto il coordinamento con la Capitaneria di Porto di Ortona e alla presenza delle autorità preposte, è una di queste. Abbiamo impiegato complessivamente 45 persone, una rimorchiatore equipaggiato con unità fire fighting , un supply vessel per stendere 200 metri di panne d’altura di contenimento in mare, un recuperatore meccanico di idrocarburi, un crew boat di appoggio ed un elicottero”.