Il 2 settembre scorso, il gip Italo Radoccia ha emesso l’ordinanza che autorizzava la Cupello Ambiente alla messa in sicurezza della discarica sotto sequestro, ma ad oggi non ci sono stati interventi in questa direzione e nuovi incendi potrebbero scoppiare da un momento all’altro.
Si arricchisce di particolari la vicenda della discarica a servizio del Civeta gestita dalla società riconducibile all’imprenditore pugliese Bonassisa inaugurata nel settembre 2016. L’occasione è stata l’assemblea pubblica tenuta ieri sera dal presidente della commissione Ambiente della Regione Manuele Marcovecchio, dal sindaco di Cupello Graziana Di Florio, dall’assessore regionale all’Ambiente Nicola Campitelli, dal commissario del Civeta Valerio De Vincentiis e dal direttore dell’Arta Francesco Chiavaroli.
Un incontro-fiume durato tre ore davanti a numerosi cittadini e alcuni sindaci del territorio (San Salvo, Villalfonsina, Scerni, Pollutri, Furci, Roccaspinalveti) che ha fatto emergere il concreto rischio di nuovi roghi e le mancanze della società che non fanno stare tranquilli amministratori e tecnici.
[ant_dx]LE AUTORIZZAZIONI – A cercare di fissare le ultime tappe della vicenda è stato il commissario De Vincentiis. “Dopo il mio insediamento – ha detto – nel periodo luglio-agosto ho fatto tre diffide affinché venisse messa in sicurezza la discarica. Non avendo riscontri, ho presentato un esposto anche per dire alla Procura Non mi interessa cosa state facendo, ma mettete la discarica in sicurezza. Il 2 settembre, il procuratore Di Florio ha ottenuto dal gip Radoccia l’autorizzazione per la Cupello Ambiente a mettere in sicurezza la terza vasca; il 12 dello stesso mese è stato comunicato per conoscenza anche al consorzio”.
Da allora la strainvocata messa in sicurezza non è mai iniziata. Si tratterebbe, in sostanza, di coltivare la discarica, ovvero coprire i rifiuti con terreno vegetale e ammendante per evitare che, con la presenza di ossigeno, si inneschino nuovi roghi.
La società – di cui l’amministratore è indagato insieme a due tecnici del Civeta e all’ex commissario Gerardini – è stata quindi chiamata a presentare il relativo progetto in Regione, ma ad oggi questo non c’è (l’ultima conferenza dei servizi si è tenuta il 18 ottobre scorso, due giorni prima dell’ultimo incendio).
L’EVENTUALE REVOCA – Che fare? “Abbiamo girato una telecamera del Civeta verso la terza vasca sperando che riprenda eventuali avvisaglie di nuovi incendi”, ha aggiunto il commissario (per la cronaca, ieri mattina, c’era nuovamente del fumo). Per ora, non si può fare di più perché – come sottolineato a più riprese dallo stesso De Vincentiis – nella vasca può operare solo la concessionaria, ovvero la Cupello Ambiente. “Ho anche detto al procuratore Di Florio che il Civeta è disposto ad accollarsi le spese per l’intervento, mi è stato risposto che non dev’essere speso altro denaro pubblico“.
In questo quadro di preoccupante stallo, da una parte va avanti il procedimento di revoca avviato dall’ex commissario Franco Gerardini quattro giorni dopo il sequestro di marzo, dall’altra potrebbe aprirsi una nuova strada: la revoca (preceduta da una sospensione) dell’autorizzazione (l’Aia) della discarica d’imperio da parte della Regione. Intanto, bisognerà attendere la convocazione della nuova conferenza dei servizi. A proposito dell’Aia della terza vasca (l’Autorizzazione Integrata Ambientale), “la Regione – ha rivelato il commissario – il 30 agosto, ha provveduto a sgombrare il campo da interpretazioni modificandola: i rifiuti oggi possono arrivare solo dal consorzio”.
Ad oggi, in soldoni, l’impressione dei rappresentanti istituzionali e dei tecnici intervenuti ieri è, quindi, che la messa in sicurezza difficilmente avverrà in breve tempo soprattutto, con tutti i rischi connessi: “il sesto, il settimo, l’ottavo incendio…”, come detto da De Vincentiis che ha poi concluso “State sicuri, qualcuno dovrà rispondere dei danni provocati al Civeta e alle comunità locali”.