Gianluca Sacramone ha 45 anni, da più di vent’anni è imprenditore nel settore metalmeccanico, quindi della meccanica di precisione, delle macchine industriali e della progettazione. L’azienda CRM esiste dall’86, e ha all’attivo 20 dipendenti di cui 5 in amministrazione e segreteria, due in progettazione e il resto in officina. La CRM Engineering punta da sempre sui ragazzi e le loro attitudini lavorative. In primis, appoggiando progetti di alternanza scuola-lavoro, da cui sono scaturite anche delle opportunità lavorative oltre che delle esperienze sul campo rare da provare al giorno d’oggi. L’nteresse verso i ragazzi e la loro formazione passa anche attraverso il progetto Scuolalocale, la piattaforma online dedicata ai ragazzi e alla loro libera (in)formazione, su cui l’azienda investe sostenendo il liceo scientifico Mattioli di San Salvo.
Che tipo di progettazione fate? A che livello progettate?
Noi progettiamo con la formula chiavi in mano. Siamo in fase di ampliamento, stiamo acquistando delle macchine a cinque assi molto costose.
Qual è il rapporto azienda-territorio?
Diciamo che non è sempre un’isola felice, c’è margine di miglioramento però. La nostra azienda prova a fare la propria parte proprio in questo senso.
Come mai avete deciso di prendere parte al progetto di alternanza scuola lavoro?
Noi la facciamo da oltre vent’anni. Siamo partiti coi Salesiani di Don Bosco e da dieci anni a questa parte facciamo l’alternanza direttamente con l’università dell’Aquila, oltre che con le scuole del territorio come il Mattioli di San Salvo.
Quando avete iniziato qual era la prospettiva di questa attività?
Noi abbiamo sempre creduto tanto nei giovani perché il nostro è un paese fondato sul lavoro, è alla base della costituzione. Se non c’è ricambio generazionale non ci sarà futuro per nessuno. Bisogna formare le persone e ovviamente anche informare, per farle restare nel nostro territorio.
L’alternanza quindi è vista come un investimento?
Noi abbiamo già preso ragazzi, inizialmente assunti per l’estate e poi a tempo indeterminato. È un lavoro fatto in prospettiva. Molte volte l’alternanza però non è mirata. Nel senso che a volte dei ragazzi che dovrebbero diplomarsi come periti meccanici vanno a fare alternanza scuola lavoro in farmacia, per esempio. C’è da dire che molte aziende però nemmeno accettano questi ragazzi. Se non diamo ai ragazzi la possibilità di vedere concretamente cosa stanno studiando la questione non ha senso. Qui sono venuti tantissimi ragazzi disorientati, nel senso che non sapevano ancora cosa fosse, giustamente, la meccanica.
Bisogna mirare l’alternanza scuola-lavoro, capire cosa può fare nello specifico ogni ragazzo.
In cosa consistono le attività che fanno i ragazzi qui da voi?
Dipende dal ragazzo. Se notiamo che il ragazzo apprende facilmente ed è interessato a quello che gli facciamo vedere dopo un paio di giorni di formazione cerchiamo di dargli la possibilità di fargli fare qualcosa manualmente. Tempo fa abbiamo avuto due ragazzi dello scientifico di San Salvo, ai quali il professore stava spiegando Autocad. Devo dire che hanno realizzato un progetto che mi ha lasciato allibito. Mi sono complimentato sia con i professori che con i ragazzi.
A livello di soft skills cosa cercate di trasmettere ai ragazzi?
Io parto dal presupposto che la scuola sia il primo o il secondo punto in cui i ragazzi vengono educati. Perché il “Buongiorno” al professore al mattino è quello che poi rivolgi anche al tuo capo sul posto di lavoro. Il rispetto nei confronti degli altri. Bisogna insegnare i diritti e i doveri.
Qual è la politica di innovazione aziendale?
Come dicevo prima, stiamo investendo in nuove tecnologie, quindi sempre nell’ambito dell’industria 4.0. Abbiamo assistito a un’evoluzione di progettazione che va dagli anni 80 a oggi, abbiamo usato diversi software e anche ora stiamo investendo sul CadCam. Cambiando la progettazione cambia anche la realizzazione: anche il concetto di meccanica e industria cambia quindi.