Recinzioni e cancelli sul litorale di Canale vanno smantellati. A ordinarne l’abbattimento sono quattro ingiunzioni di “demolizione/rimozione di opere edilizie abusive e di ripristino dello stato dei luoghi”. Le ha firmate il 17 ottobre il dirigente del settore Urbanistica del Comune di Vasto, Stefano Monteferrante.
I fruitori dei terreni, che li avevano avuti in concessione molti anni fa dalle Ferrovie dello Stato, ora sono tenuti alla “rimozione entro 90 giorni” e “l’eventuale inottemperanza comporterà che la demozione/rimozione delle opere abusive, con il conseguente ripristino delo stato dei luoghi, sarà eseguita a cura del Comune di Vasto e, comunque, a spese del soggetto responsabile degli abusi”, si legge nei documenti.
“A seguito di denuncia da parte di un privato cittadino”, gli uffici di corso Nuova Italia hanno avviato gli accertamenti, eseguendo “in data 18/11/2015” un “sopralluogo edilizio in località Canale, finalizzato all’accertamento di presunti abusi edilizi ricadenti nell’area censita, all’epoca intestata alle Ferrovie dello Stato Italiane spa ed attualmente di proprietà della Provincia di Chieti”, che sta costruendo la Via Verde della Costa dei Trabocchi, una pista ciclopedonale litoranea lunga 42 chilometri da Francavilla al Mare a San Salvo.
Nel sopralluogo, “veniva accertata – scrive Monteferrante – la realizzazione di recinzioni e manufatti di vario genere insistenti nella suddetta area”.
“Si tratta di un atto dovuto”, dice a Zonalocale il sindaco, Francesco Menna, riferendosi all’ingiunzione. “Terreni attualmente di proprietà della Provincia, cui devono essere restituiti. Chi continua ad occupare abusivamente questi terreni rischia di incorrere nei reati che la legge può configurare, per cui il consiglio che voglio dare a questi cittadini è di restituire subito quei terreni con le relative chiavi, firmando i verbali di restituzione, in modo tale che tutta la zona di Canale possa essere destinata a quello che è un progetto della Provincia di Chieti e del Comune di Vasto, ovvero un parco, accessibile a tutti, che consenta di arrivare facilmente al mare”.
I diretti interessati hanno 60 giorni per opporsi al provvedimento ricorrendo al Tar.