C’è attesa per i risultati delle centraline per il monitoraggio continuo dell’aria della BioSan fatte installare dal Comune di Cupello lunedì scorso dopo il quinto incendio nella discarica gestita dalla Cupello Ambiente [LEGGI]. Le apparecchiature sono state posizionate vicino al campo sportivo e al parcheggio comunale.
I filtri si trovano in laboratorio per le analisi di quanto raccolto, come conferma l’assessore all’Ambiente del Comune, Oreste Di Francesco. “I risultati sono attesi per i primi giorni della prossima settimana – dice – e provvederemo subito a renderli pubblici”.
I rilievi fatti dall’Arta nelle ore del rogo hanno riscontrato la presenza di elevate concentrazioni di benzene e altri idrocarburi solo nelle vicinanze dell’impianto. Nei centri abitati non sono state rilevate criticità, ma le comunità locali non sono tranquille. Lunedì mattina, una cappa maleodorante di fumo e nebbia ha avvolto Cupello, Monteodorisio (che è la cittadina più esposta) estendendosi fino a Vasto e [ant_dx]San Salvo; la puzza di plastica bruciata è stata avvertita anche in Molise come riporta la testata primonumero.it [LEGGI].
Nella conferenza stampa di Pescara, il direttore dell’Arta, Francesco Chiavaroli, ha invitato a non fare allarmismo. Su questo punto è intervenuto il comitato Difesa del comprensorio vastese: “Per quanto riguarda i primi dati diffusi dall’Arta, abbiamo aspettato qualche giorno e la conferenza stampa per commentarli. Dalla lettura della prima relazione, in cui, a parte quella assai preoccupante del benzene sul sito della discarica in fiamme, mancano sia uno studio di modellistica sulla ricaduta degli inquinanti in modo tale da indirizzare al meglio i campionamenti sulla base dei parametri morfologici del terreno e meteorologici in quelle ore, sia le concentrazioni dei parametri ricercati (che pare siano riportati in una seconda relazione per ora non pubblicata), emerge che l’Arta non ha campionato varie altre sostanze tra cui le polveri, uno dei parametri cardine della legge sulla qualità dell’aria (D.lgs.155/2010) e uno dei fattori più delicati per quanto riguarda l’impatto immediato sulla salute dell’esposizione nel brevissimo periodo come recentemente confermato da una ricerca pubblicata sul New England Journal of Medicine: per ogni aumento di 10 microgrammi/mc di PM10 e PM2,5 si ha, il giorno dopo, un immediato aumento della mortalità nella popolazione. Tra l’altro bastava guardare le immagini (a parte vivere quei momenti) per capire che, a causa delle condizioni atmosferiche locali, i cittadini per ore hanno dovuto respirare una nube acre”.
“Invece di parlare di inutile allarmismo si provveda a potenziare l’Arta con strumentazioni e personale adeguati semplicemente per fare quello che fanno altre agenzie in Italia in queste occasioni. Apprezziamo il lavoro in condizioni difficoltose del personale dell’agenzia, così come quello degli altri operatori accorsi, ma i limiti strutturali devono essere evidenziati e non sottaciuti (o addirittura spingersi ad affermare che la situazione era buona) soprattutto se riguardano dati di fondamentale importanza per prendere le decisioni adeguate”, conclude il comitato.