Aula consigliare gremita quella di Cupello ieri per l’assemblea pubblica indetta dal comitato Difesa comprensorio vastese dopo il quinto incendio in discarica. Insieme a tanti cittadini erano presenti anche sindaci e amministratori del territorio – Vasto (assessore all’Ambiente Paola Cianci e il consigliere Luciano Lapenna), Monteodorisio, Furci, Gissi, Palmoli, Liscia, Tufillo, San Buono, Lentella, Scerni e Pollutri, i padroni di casa di Cupello (pur non prendendo la parola) – e alcuni esponenti politici e del mondo associativo della zona come il consigliere regionale M5S Pietro Smargiassi, il segretario provinciale del Pd Gianni Cordisco e il presidente di Legambiente Giuseppe Di Marco. Assenti i rappresentanti della maggioranza del centro più grande dopo Vasto, San Salvo, dove pure lunedì mattina i cattivi odori erano chiaramente percepibili e hanno preoccupato i cittadini (in sala c’era la consigliera di opposizione Marika Bolognese).
[ant_dx]COSA FARE DEL CIVETA? – L’assemblea si è aperta con un applauso per la bocciatura del progetto di maxi-discarica della Cupello Ambiente (società che gestisce anche l’invaso andato a fuoco) [LEGGI]. “Ci dispiace dover festeggiare tra i fumi, è un risultato importante della mobilitazione. Quando si lotta si può anche vincere – ha detto Augusto De Sanctis del comitato (insieme agli altri due relatori Giulia Antenucci e Antonio D’Angiò) che poi si è tolto qualche sassolino dalle scarpe – C’era chi diceva che era già tutto deciso e qualche amministratore che per esporsi aspettava di leggere le carte, beh, ora può anche non leggerle, la maxi discarica non si farà e il Comune ha perso l’occasione per stare vicino alla gente. Aveva ragione chi si è impegnato e si è fatto il mazzo, grazie a tutti loro!”.
La posizione prevalente uscita dall’incontro è quella di un ritorno alla gestione pubblica del Civeta e dei suoi impianti: “Esempi virtuosi di gestione pubblica del ciclo dei rifiuti esistono, ma bisogna riprendere in mano il consorzio e, soprattutto, crederci. Perché tanti Comuni hanno affidato i servizi per la gestione dei rifiuti ad altre ditte? La situazione che si erediterà da questi anni è molto complessa, la terza vasca è danneggiata, un versante è in frana, c’è un’altra area da bonificare”. In itinere c’è il percorso proposto dal commissario Valerio De Vincentiis: lo scioglimento del contratto di gestione della terza vasca ora in concessione alla Cupello Ambiente.
“I rifiuti ricchi, cioè carta e plastica, sui quali il Civeta potrebbe trarre profitto alcuni Comuni del territorio li danno ad altre ditte”, ha aggiunto nel proprio intervento la giornalista Antonia Schiavarelli. Cordisco ha invece messo al centro tre punti: “Quanto spendiamo e spenderemo considerate anche le fasi emergenziali? Cosa pensa di fare a riguardo la Regione nel nuovo piano? E come l’Agir può dare una destinazione al Civeta?”. Critico Smargiassi sull’assenza dei rappresentanti regionali di maggioranza.
LE PREOCCUPAZIONI – Le prime analisi che l’Arta ha compiuto sui campioni raccolti durante l’esteso incendio di domenica notte hanno evidenziato concentrazioni elevate di benzene e altri idrocarburi aromatici nelle immediate vicinanze della vasca andata a fuoco. Il personale dell’agenzia è intervenuto quando l’incendio non era ancora sotto controllo e ha raccolto campioni all’interno del sito e nei centri abitati di Monteodorisio e Cupello. “Dalle risultanze analitiche in gascromatografia-spettrometria di massa – spiega l’Arta – è stato possibile evincere che gli inquinanti sviluppatisi nell’impianto di smaltimento non sono strumentalmente rinvenibili nell’aria campionata negli altri siti”.
Nella relazione dell’Arta si legge anche che nelle immediate vicinanze dell’incendio si sono sviluppate elevate concentrazioni di benzene (236 μg/mc), toluene, stirene e altri composti ossigenati diminuite in modo consistente con l’aumentare della distanza dall’impianto.
I dati diffusi non hanno tranquillizzato le popolazioni del territorio: lunedì mattina, i cattivi odori e i fumi provenienti dal rogo che è durato tutta la notte erano percepibili in diversi Comuni del comprensorio, Vasto e San Salvo compresi. “Cosa abbiamo respirato? Possiamo raccogliere tranquillamente le nostre olive?”.
“Sembra che oggi ci si stia abituando agli incendi – ha affermato il sindaco di Furci, Angelo Marchione – ma qui la situazione è molto grave. Il Civeta ha una prospettiva se riesce a smaltire i nostri rifiuti solidi urbani e a trasformare l’organico grazie al digestore anaerobico sul quale c’è stato forte ritardo”.
Tanti argomenti sul tavolo, tante domande inevase alle quali sono chiamati a rispondere gli organi competenti. Regione, Civeta e Arta oggi cercheranno di farlo, ma a Pescara, ben lontani da quella Valle Cena al centro delle cronache da oltre un anno e dalle comunità locali [LEGGI].