Una proroga dell’apertura fino al 2024 è la richiesta avanzata ieri, dalla delegazione del tribunale di Vasto con il presidente Bruno Giangiacomo e Vittorio Melone, presidente dell’Ordine degli Avvocati, alla riunione dell’intergruppo parlamentare a Roma presieduto dall’onorevole Elisa Scutellà e di cui fa parte anche la deputata vastese Carmela Grippa. Questo sarebbe il primo passo per poi proseguire nell’azione di cancellazione del provvedimento di chiusura dei tribunali minori che, in Abruzzo, interessa Vasto, Lanciano, Sulmona e Avezzano.
“Nel corso della discussione – ha spiegato Melone in una conferenza stampa a palazzo di giustizia – all’Abruzzo è stata dedicata molta attenzione. Ho presentato gli studi da cui emerge come il tribunale di Vasto abbia i requisiti per restare aperto, tra l’altro requisiti previsti già nella legge che ne ha disposto la chiusura. In attesa del provvedimento per la riapertura abbiamo richiesto congiuntamente agli altri presidenti degli ordini forensi di Lanciano, Sulmona e Avezzano la proroga al 2024. Questo non per una data casuale ma perchè dal 1° ottobre 2021 entrerà in vigore la legge che riforma il giudice di pace a cui sono trasferite molte delle cause civili, poi ci sarà una riforma del processo civile e penale. Essendo in cantiere tutte queste riforme abbiamo ritenuto di chiedere un rinvio al 2024″.
[ads_dx]Per il presidente dell’ordine forense “questo è funzionale anche alla riapertura delle piante organiche del personale. Oggi abbiamo delle unità in più che formalmente sono assunte dal tribunale accorpante di Chieti e destinate a Vasto”. Nell’incontro romano “abbiamo trovato grande disponibilità negli interlocutori parlamentari. La riforma della geografia giudiziaria è stata fatta per risparmiare ma quasi tutti i tribunali chiusi sono in palazzi pubblici che quindi non generano spese. Tra l’altro neanche i parlamentari sono riusciti ad avere un report sul risparmi derivante dalla legge di chiusura”. Melone è “ottimista. C’è la possibilità di salvare i 4 tribunali abruzzesi solo se si ritiene che il provvedimento era stato errato”.
Il presidente Giangiacomo ha spiegato di aver puntato, nella sua relazione all’intergruppo su “produttività e sopravvenienze” ricordando che “a maggio abbiamo avuto un’ispezione che ha rilevato l’efficienza di questo tribunale“. Ha ricordato l’importante mole di lavoro svolta, sia nel civile e nel penale, evidenziando come in questo settore ci sia “una certa qualità dei processi penali”, intesa come grado di importanza sia legati alla criminalità organizzata che non. “Quando sono rientrato a Vasto non pensavo che fossimo a questo livello. Da vastese sono dispiaciuto ma, vedendo il bicchiere mezzo pieno, dico che questo deve essere un presidio impensabile da eliminare“.
Proprio per l’importanza dei processi da affrontare è stata da poco installata nell’aula magna la strumentazione per i processi in videoconferenza che prima imponevano a magistrati e personale di doversi spostare in altre sedi. “Il clima mi è sembrato nettamente positivo – ha sottolineato Giangiacomo – ma non può essere questo un termometro della situazione”. Ora l’intergruppo potrà analizzare il documento elaborato da Melone e Giangiacomo, dove si evidenziano tutti gli aspetti cruciali, e c’è attesa per una visita degli stessi parlamentari in via Bachelet. “La proroga mi sembra un’ipotesi plausibile, dobbiamo vedere in che limiti temporali”. Potrebbe essere il milleproroghe di fine anno – come già accaduto l’anno scorso con lo slittamento al 2021 – a determinare un ulteriore allungamento della vita del tribunale di Vasto. “Ma noi continuiamo a lavorare perchè la chiusura sia cancellata e il tribunale salvo”.