Sono già 14 i turni persi in Sevel a causa dello stop produttivo dovuto al sequestro dell’impianto FCA di Cassino dopo un incidente mortale avvenuto la settimana scorsa. Da venerdì è tutto bloccato e ad oggi, con il primo turno ancora fermo, non si vede ancora la luce in fondo al tunnel.
“A Cassino la situazione è ferma. – dice Amedeo Nanni, coordinatore Sevel per Fim-Cisl – Due giorni fa c’è stata la visita nello stabilimento laziale da parte del responsabile della Asl locale per controllare che tutte le prescrizioni fossero rispettate, ma ad oggi non abbiamo ancora notizie del suo ‘responso’. I reparti che dovrebbero inviarci materiale sono ancora sotto sequestro e anche se abbiamo avuto la comunicazione ufficiale solo per il senza lavoro nel primo turno, con tutta probabilità, lo stop slitterà anche ai successivi due turni di oggi”.
Una situazione complicata che porta con sé disagi e problematiche anche per le aziende dell’indotto Sevel, come la Isringhausen, costretta a dare la cassa integrazione ai 380 operai dello stabilimento.
“Dall’azienda abbiamo notizie puntuali sui fermi e – spiega ancora Nanni a Zonalocale – siamo in trattativa per la richiesta della cassa integrazione per provare a recuperare questi giorni di lavoro che, con il sabato diventato ormai ordinario, non potrebbero essere recuperati in altro modo, ma siamo in attesa anche per [mar_dx] questo”.
Insomma, ad una settimana dall’incidente di Cassino, la situazione è ancora assolutamente incerta e considerati i tempi necessari all’azienda del frusinate per essere in grado di inviare materiali ad Atessa (circa 16 ore in anticipo rispetto alla Sevel, ndr), è lecito pensare che il fermo potrebbe durare almeno un altro giorno. La produzione in Sevel è ormai ferma dall’11 ottobre.