L’imbarco sulla nave scuola Amerigo Vespucci è esperienza frequente per chi intraprende il percorso nella Marina Militare Italiana. Ma la Marina, in particolari periodi dell’anno, attraverso l’Anmi concede a giovani che stanno frequentando ancora le scuole superiori di salire a bordo delle sue navi scuola per un assaggio della vita in mare. È stato così per Giada Sirolli, di Cupello, e Sara Silvestri, di Vasto, studentesse che frequentano il 5° al liceo nautico di Ortona.
Come mai, cinque anni fa, avete scelto proprio il liceo nautico?
Sara – In seconda media, in occasione delle giornate del Fai, siamo andati con la mia classe a Punta Penna e ho scoperto più da vicino la Guardia Costiera. Il mare mi è sempre piaciuto e vedere quell’ambiente mi ha fatto avviare verso questa scelta. Quando poi sono andata a visitare la scuola mi ha davvero appassionata e ho deciso di frequentarla.
Giada – Una mia amica frequentava già il Nautico e ha iniziato a parlarmi di questa a scuola a me nuova. Mi ha raccontato tutto ciò che facevano, soprattutto le uscite in nave. Poi mi ha invitato ad una giornata di visita, ho potuto vedere la scuola, sono rimasta affascinata dal planetario. Il pensiero del mare come spazio più ampio mi attirava molto.
Nel corso di questi cinque anni avevate fatto già esperienze di navigazione?
Sara – Al terzo anno come gita/alternanza scuola-lavoro abbiamo avuto un imbarco sulla Grimaldi e abbiamo fatto la tratta Civitavecchia-Barcellona. Abbiamo avuto la possibilità di salire in plancia, ci hanno fatto vedere cosa si fa a bordo, abbiamo ascoltato dal personale tutte le loro esperienze.
Giada – Anche io sono stata sulla Grimaldi, con Sara siamo compagne di classe e di banco. E poi ho fatto quattro anni di vela.
Come siete venute a conoscenza della possibilità di partecipare a questa esperienza sull’Amerigo Vespucci?
Sara – L’abbiamo scoperta a scuola da una ragazza che aveva vissuto già l’esperienza. Vedendo le sue foto siamo rimaste affascinate e ci siamo informate. Ho chiesto al presidente Anmi di Vasto, Luca Di Donato, di poter avviare le pratiche necessarie per avere questa possibilità e lui è stato sin da subito disponibile. Sono stati concessi due posti, poi ridotti a uno. Con il sorteggio è toccato a Giada vivere l’esperienza. Io sono rimasta in attesa e poi, per fortuna, ho avuto la possibilità di andare.
Giada – Dopo i diversi passaggi ho ricevuto nel giorno del mio diciottesimo compleanno la notizia che sarei partita. È stato un regalo unico.
[ads_sx]Come si è svolto il periodo di navigazione?
Giada – Io mi sono imbarcata a Taranto il 10 giugno, abbiamo fatto tappa a Catania, una piccola sosta a Scalea, il 22 giugno siamo sbarcati a Cagliari. Nel mio turno eravamo 15 studentesse. Facevo parte del gruppo con i VFP4, ci siamo occupati di lucidare gli ottoni, pulire il ponte, tenere in ordine la cucina. La nave deve essere splendente per le visite. Particolare è stata anche l’esperienza di dormire sulle amache.
Sara – Io sono imbarcata il 23 a Livorno, da lì siamo arrivati a Salerno dove c’era il raduno nazionale Anmi e abbiamo partecipato al defilamento. Da Salerno siamo ripartiti verso Ancona. Eravamo 40 studenti perchè non c’erano i VFP4 e abbiamo lavorato direttamente con l’equipaggio. Tra i compiti particolari c’è quello della pulizia del ponte – in gergo “frattazzare” – che si svolge di notte, dalle 4 alle 8 perchè è più fresco e si pulisce meglio.
Com’è stato il vostro rapporto con l’equipaggio dell’Amerigio Vespucci?
Giada – Inizialmente abbiamo legato di più con le ragazze VFP4 con cui condividevamo gli alloggi. Ci siamo divise i compiti con loro. Ma abbiamo fatto amicizia con i ragazzi, con molti ci sono ancora contatti. Un buon rapporto si è instaurato con il nostromo, Massimiliano Marras. Ho cercato di chiedere consigli agli ufficiali, perchè quello è un percorso che vorrei seguire. L’ufficiale di rotta è stato gentilissimo con noi studentesse, nelle sue parole si vedeva proprio che amava quella nave. Molto gentile anche il comandante Stefano Costantino [che da pochi giorni ha ceduto il comando a Gianfranco Bacchi, ndr].
Sara – In due settimane si è creato un rapporto familiare. Al momento dello sbarco lasciare l’equipaggio è stata la cosa più difficile. A bordo trovi sia la persona che ha un approccio più severo a quella che diventa come un papà. Abbiamo legato molto con i VFP1, ci hanno dato delle dritte su quello che potrà essere il nostro futuro. Il nostromo Marras è sempre pronto a darti forza ed energia in quelle giornate in cui il fisico non ce la fa.
Avete provato l’emozione di vedere la nave con tutte le vele spiegate?
Sara – Sì, nell’ultimo tratto di navigazione marciavamo con anticipo e ci siamo fermati per aprire tutte le vele. È faticoso aprirle tutte ma la soddisfazione di vederle così e sapere che, anche grazie al tuo lavoro, stai navigando, è qualcosa di immenso.
Cosa farete una volta conclusi gli studi al Nautico?
Giada – Io volevo provare sia l’Accademia della Marina che quella mercantile, in alternativa il VFP1.
Sara – Io voglio fare domanda per l’Accademia per intraprendere la carriera da ufficiale lasciandomi aperta la possibilità del percorso da sottufficiale con il corso da VFP1 per poi passare al VFP4.
Avete avuto questa possibilità grazie all’Anmi. Cosa vi ha trasmesso l’incontro con i soci?
Sara – Vedere nei loro occhi quella felicità quando parlano del mare ti trasmette emozione, ti fa capire quanto per loro sia importante quell’aspetto di vita. Anche entrare nella sede, dove ci sono i crest, i quadri, senti un’aria di casa di tante generazioni che hanno lavorato per migliorare qualcosa per il futuro.