Che i cittadini di Vasto non rispettino gli uomini illustri della città è una questione atavica, la Città non riconosce i propri figli, verrebbe da dire. In questi ultimi anni, alla luce di quanto si vede, questa situazione è addirittura peggiorata.
Elementi “pagani” diventano il simbolo della Città e personaggi di altri luoghi trovano posto di rilievo nella toponomastica cittadina. Per fare un esempio citerò “la bagnante” comunemente detta “la sirenetta” oppure le “lapidi” poste negli ultimi anni su Piazza Gabriele Rossetti.
Già! Quel Gabriele Rossetti di cui in tanti chiedono la rimozione del Monumento per “fare spazio” a manifestazioni e spettacoli.
E i Palizzi per l’arte? E Raffaele Mattioli per l’economia? E Giuseppe Spataro per la politica? E i Ciccarone per l’unità d’Italia? E, se vogliamo, anche, i Caldora e i d’Avalos per la storia? E Giuseppe De Guglielmo e Nicola Anelli per la Fotografia? E Luigi Marchesani e Luigi Anelli per la storia Patria? E l’esploratore Ernesto Cordella? … Non fatemi fare l’elenco dei nomi che, da Lucio Valerio Pudente e Osidio Geta, passando per il Riccio de Parma della disfida di Barletta, fino ad oggi hanno dato lustro a Vasto. Non aggiungerebbe nulla al “discorso”.
In qualsiasi luogo del mondo, campanilisti e non, si sarebbero vantati di queste “personalità” e avrebbero collocato le loro “figure” in grande evidenza nella immagine cittadina. A Vasto questo non avviene. Si pensi che anche il monumento ai caduti per la patria è stato spostato da un luogo di gran rilievo in una piazzetta secondaria dove, durante le manifestazioni commemorative, il pubblico non trova spazio.
Da qualche tempo si è proposta la realizzazione di una statua a Filippo Palizzi. Se non ci si aspettava una mobilitazione di popolo almeno si credeva in un coinvolgimento convinto dell’Amministrazione Comunale. Questo coinvolgimento invece c’è stato in maniera così blanda che ha scoraggiato anche coloro che, animati da forte spirito civico, hanno aderito all’iniziativa. L’incarico al noto scultore “Vastarolo”, da anni trasferito a Firenze, Mario Pachioli avrebbe dovuto incoraggiare, se vogliamo incentivare, l’azione e invece …
Il bravo artista da anni va ripetendo che “tiene molto” a realizzare un’opera per la sua città natale, ha specificato che il costo dell’opera è ridotto all’osso per questa motivazione, eppure il problema ostativo rimane, apparentemente, questo costo.
Non ci credo. Io penso che il vero problema sia quello che ho già detto: “i cittadini di Vasto non rispettino gli uomini illustri della città”. Si aggiunga poi che l’artista è “vastarolo” e si avvalora ancora di più questa “certezza”.
A quanto sopra però vorrei aggiungere un mio convincimento. Siamo degli “incapaci”. Per reperire i fondi non si sta a passo con i tempi. Si pretende ancora di fare il porta a porta per chiedere “l’elemosina” come si fa ancora per le feste di campagna. Cosa che non fanno più nemmeno i preti durante la benedizione delle case nel periodo pasquale. Un ufficio comunale che invii richiesta di contributo, seguendo le dovute modalità, ad enti ed istituzioni, oltre che a istituti bancari e aziende importanti, non otterrebbe risultati? Io penso di si e ripetutamente ho proposto questa strada ad amministratori e membri del comitato ma questi…
Francescopaolo D’Adamo