Un ponte che scavalca la strada Vasto-Vasto Marina. È un’ipotesi che fa storcere il naso all’amministrazione comunale di Vasto. La domanda è: quale impatto visivo avrà il viadotto da cui partirà, a nord, la variante alla statale 16 progettata dall’Anas? Uno scheletro di cemento che servirà ad arretrare al massimo di un paio di centinaia di metri la congestionata arteria Adriatica, col risultato di “spostare l’inquinamento acustico e atmosferico sotto il costone orientale, avvicinandolo all’abitato di Vasto”, ha sottolineato il vice sindaco, Giuseppe Forte, nella conferenza stampa outdoor di due giorni fa, convocata in piazza Marconi per mostrare, cartine alla mano davanti alla lunga balconata panoramica del centro storico, dove passerà la mini variante ideata dall’ente gestore delle strade di proprietà dello Stato.
Il nuovo serpentone di asfalto e cemento partirebbe da località Trave (qualche centinaio di metri a nord di Vasto Marina), virerebbe verso il declivio su cui poggia la parte antica della città e attraverserebbe “aree classificate come zone rosse, a elevato rischio idrogeologico”, ha fatto notare il vice sindaco. Zone franose in cui “i tecnici dell’Anas ci hanno detto che sanno come fare a risolvere il problema. Ma non vorrei – ricorda Forte – che succedesse quello che è accaduto quando, dopo la frana del 1956, fu realizzata la strada Istonia”, allora statale 86, in epoca recente declassata e, di conseguenza, rinominata provinciale 212, “che fu costruita tre volte, visto che i primi due tracciati se li portò via la frana”.
Ulteriori dubbi sul tratto sud della variante: “in prossimità dell’attuale viadotto Vasto Marina – spiega il titolare della delega ai Lavori pubblici della Giunta Menna – è prevista una rotatoria da cui la variante affiancherà la ferrovia a monte di questa”, spostandola di poche decine di metri dalla SS16 attuale. “In questo modo il litorale non viene per nulla decongestionato”. Per questo, il Comune di Vasto rilancia la sua proposta di circonvallazione Vasto-San Salvo, che consenta di aggirare tutto l’abitato di Vasto, “trasformando l’attuale statale in una litoranea turistica, all’ingresso della quale il Comune metterebbe il divieto di transito ai mezzi pesanti. È già avvenuto a Termoli e a Ortona, perché non può avvenire anche a Vasto? I tecnici dell’Anas ci hanno detto che i costi lievirerebbero, 10 milioni di euro a chilometro, e non sarebbero sufficienti gli 87 milioni attualmente disponibili, ma noi rispondiamo che il nostro progetto si può suddividere in lotti funzionali, finanziando e realizzando un lotto alla volta”.
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