I lavoratori Cbi incrociano le braccia, pronti a proseguire con una linea dura nella vertenza che li riguarda. Oggi e domani i 31 dipendenti della ditta della Val Sinello non lavoreranno, ma saranno in presidio davanti ai cancelli.
La nuova mobilitazione è partita una settimana fa, quando in Confindustria la società ha ribadito la volontà di licenziare tutti [LEGGI]: un’ora di presidio al giorno, lievitate a 8 oggi e domani in occasione del nuovo appuntamento nella sede vastese dell’associazione degli industriali. La dead line, in assenza di sviluppi positivi, sarà intorno a metà novembre, ma i lavoratori sono pronti a mettere in campo tutte le forme di lotta possibili.
A pranzo sotto il gazebo ormai diventato presenza fissa, le maestranze non possono che attendere notizie dall’incontro di domani. Il sentimento principale è quello della rabbia perché la procedura di licenziamento collettivo è arrivata al termine di quasi relazioni aziendali ridotti ai minimi termini anche davanti alle continue richieste di chiarezza che hanno lasciato spazio a voci e notizie non confermate.
A fine agosto i timori peggiori si sono concretizzati nella lettera che la Cbi ha inviato a Regione e sindacati mettendo nero su bianco la volontà di rinunciare al sito che a Gissi da oltre 30 anni produce ventole industriali esportate in tutto il mondo soprattutto in campo petrolifero.
Tante le storie nella fabbrica, come quella di Antonio, dipendente che l’ha vista nascere o di Luigi con 10 figlio a carico.