Quattromilaottantadue. È il numero delle dichiarazioni di danni per grandine presentate a Vasto per oltre 12 milioni di euro totali.
Le richieste non verranno accolte: la Regione, sulla base delle verifiche del Servizio territoriale per l’agricoltura Abruzzo Sud di Chieti, ha stabilito, con una delibera di Giunta del 30 settembre, che verranno risarcite solo le attività agricole e produttive della provincia dell’Aquila, quelle del Chietino no: la devastante ondata di chicchi di ghiaccio grandi come palline da golf che si è abbattuta il 10 luglio sulla provincia di Chieti non viene considerata evento atmosferico eccezionale, perché “la grandinata, pur avendo provocato danni consistenti su alcuni appezzamenti agricoli, l’incidenza della stessa a livello comprensoriale è inferiore al 30% della produzione lorda variabile [LEGGI]”.
Niente da fare anche per case, auto e tutto il resto.
I numeri – Sono 4082 le dichiarazioni presentate dai vastesi in municipio per i danni causati dalla grandine. Le auto danneggiate a Vasto sono state 2mila 494; molte anche le abitazioni: 1337; 14 le strutture agricole, 9 le documentazioni riguardanti mezzi agricoli e scorte, 88 le colture. Riguardo alle altre attività economiche, 31 le strutture di cui è stato denunciato il danneggiamento, 23 tra mezzi e scorte, 86 i veicoli aziendali.
I soldi – I dati raccolti dal Comune di Vasto sulla base dei documenti presentati dai cittadini quantificano la cifra complessiva delle perdite: 12 milioni 144mila 201 euro. La somma più alta è quella dei “danni a beni mobili registrati privati”, ossia gli autoveicoli: 6 milioni 153mila 674 euro; le riparazioni a case e infrastrutture private sono costate (secondo i preventivi presentati in municipio la scorsa estate dai danneggiati) 4 milioni 373mila 87 euro. Il Comune spenderà 332mila euro per riparare strutture e infrastrutture pubbliche. Più salato il conto per le attività economiche e produttive e per le imprese agricole: per strutture, infrastrutture, beni, attrezzature e scorte danneggiati, 1 milione 213mila 354 euro. Sono stimate, infine, in 70mila euro le lesioni subite da beni culturali e paesaggistici.