“Ribadiamo la più totale e completa innocenza dei nostri assistiti di fronte alle tesi accusatorie provvisorie della pubblica accusa”. Dopo gli arresti domiciliari scattati venerdì scorso [LEGGI], i due carabinieri della stazione di San Salvo – il comandante Antonello Carnevale e il maresciallo Giuseppe Mancino – si difendono attraverso i propri legali, rispettivamente Alessandro Orlando e Fiorenzo Cieri.
“I due militari – dicono gli avvocati – confidano, quali fedeli servitori dello Stato e dell’Arma dei carabinieri alla quale hanno dedicato tutta la loro vita, nel sereno operato della magistratura, alla quale chiariranno ogni aspetto della vicenda anche nel corso dell’interrogatorio di garanzia, nel rispetto dei principi costituzionali del giusto processo, del diritto di difesa nonché della presunzione di innocenza. Preannunciamo di aver già interposto istanza di riesame contro l’ordinanza applicativa della misura che sarà vagliata dal tribunale dell’Aquila nei prossimi giorni”.
Dall’Arma per ora non si registrano reazioni. Il prossimo 10 ottobre, i comandanti regionale e provinciale dei carabinieri parteciperanno a San Salvo al consiglio comunale straordinario già programmato durante il quale sarà conferita la cittadinanza onoraria alle diverse forze dell’ordine. Le attività della stazione nel frattempo saranno coordinate dal maggiore della Compagnia di Vasto, Amedeo Consales.
[ant_dx]Tante le reazioni, anche di solidarietà: i due sono molto conosciuti e stimati per aver preso parte a importanti operazioni contro la criminalità organizzata e non solo (Carnevale è stato anche insignito l’anno scorso del riconoscimento Comandante di stazione 2017). Dall’altra parte ci sono le carte della pm Roberta D’Avolio che sollevano non pochi dubbi da chiarire. I due sono accusati in concorso di peculato per non aver sequestrato 1.490 euro in banconote contraffatte prelevate dall’auto di un pregiudicato fermato vicino al centro commerciale “Insieme”. Il solo Mancino dovrà rispondere anche di divulgazione di segreto istruttorio, accesso abusivo al sistema informatico investigativo e della detenzione illegale nella propria abitazione di alcune confezioni di munizioni da guerra calibro 9. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe rivelato alla compagna e a un avvocato della città (indagate insieme ad altre 2 persone) il contenuto di atti coperti da segreto istruttorio (intercettazioni video ambientali) sul caso dei presunti maltrattamenti nella scuola dell’Infanzia di via Verdi [LEGGI] ancora in fase di indagini preliminari.
IL COMMENTO DEL SINDACO – Intanto, ieri sera, Tiziana Magnacca ha commentato così la vicenda: “Ho atteso 24 ore prima di esprimere un mio commento per una considerazione umana e professionale per le persone coinvolte, sempre nel rispetto dell’attività della Magistratura. Ho evitato di intervenire a caldo per evidenti ragioni di correttezza istituzionale e deontologica ma, per rispetto dei confronti dei miei concittadini, sento di dover ribadire la nostra fiducia nella Magistratura e nell’Arma dei Carabinieri, con la quale ci onoriamo di collaborare. Occorre conoscere tutti i fatti, convinti come siamo che le sentenze le emettono solo i giudici e che nel nostro Paese esistono tre gradi di giudizio e il principio della non colpevolezza. Siamo certi che la Magistratura chiarirà i fatti nella loro verità oggettiva, mentre tutti noi anche questa volta, come anche in altri casi, dovremmo evitare i processi di piazza e reagire con fiducia nell’accertamento dei fatti e con la dignità e responsabilità che caratterizza la comunità sansalvese da sempre. Esprimo all’Arma dei Carabinieri tutta la mia vicinanza per il lavoro svolto in questi anni a San Salvo per garantire sicurezza e legalità, anche attraverso il lavoro dei militari coinvolti in questa vicenda giudiziaria”.